Le trattative preliminari con la Commissione Europea per una potenziale riattivazione delle Gacs, le garanzie pubbliche sulle cartolarizzazioni delle sofferenze bancarie, sono ancora in corso, ma la richiesta ufficiale per la notifica rimane in sospeso. Attualmente, il governo italiano ha deciso di rinviare la decisione, seguendo quanto fatto dall’ex Premier Mario Draghi quando, nel giugno 2022, era scaduta l’ultima proroga delle garanzie pubbliche sulle tranche senior degli Npl cartolarizzati. La motivazione di questa scelta è che nonostante l’aumento dei tassi di interesse, che sta iniziando a avere un impatto significativo sul credito, la dinamica dei Non Performing Loans (NPL) non sembra preoccupante e il mercato secondario è in grado di gestirla senza traumi. In queste circostanze, il governo teme che riaprire le Gacs potrebbe rappresentare un eccesso di prudenza e trasmettere al mercato un preallarme che attualmente non è giustificato.
L’attenzione si sta invece concentrando su interventi strutturali, attraverso l’adozione della direttiva NPL che fornirà l’opportunità di disciplinare meccanismi preventivi e di sostegno ai debitori. Le norme sono in fase avanzata di definizione, ma per essere recepite in un decreto legislativo è necessario l’approvazione del Parlamento mediante la legge di delegazione europea.
Nonostante l’attuale stato delle cose, è importante sottolineare che le Gacs hanno avuto un ruolo significativo nel ridurre il peso degli NPL per le banche italiane, eliminando oltre 117 miliardi di euro di crediti inesigibili dal 2016. Praticamente tutte le principali banche italiane hanno utilizzato questa garanzia negli ultimi anni, confermando l’efficacia dello strumento nel colmare il divario tra le richieste delle banche e le proposte degli investitori. Tuttavia, non sembra più indispensabile rinnovare le Gacs in questo momento, poiché le banche sembrano essere più inclini a cedere gli NPL a valori di mercato, potendo sopportare una minima perdita che in passato sarebbe stata più difficile da affrontare. Un fattore determinante nella mancata rinnovazione delle garanzie è rappresentato dalle performance dei recuperi. Secondo una verifica effettuata nel 2022 dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, alcuni dei piani di recupero mostravano una notevole differenza tra il piano originario e quello attuale.
È evidente che la questione delle sottoperformance nei recuperi, accentuata dalla crisi pandemica, rappresenta un’incognita con cui l’intero sistema deve fare i conti a causa dei suoi effetti a catena. La complessità e l’ampia quantità di rapporti da gestire rendono il lavoro difficile per i servicer, ma allo stesso tempo complicano la vita di molti debitori che faticano a raggiungere un accordo con i creditori e a ripartire, causando danni all’intera economia nostrana.