Le famiglie americane si trovano di fronte a un crescente fardello economico, con un aumento di 148 miliardi di dollari nell’indebitamento nel primo trimestre del 2023, secondo i dati rilasciati dalla Federal Reserve di New York. Questo porta il totale del debito delle famiglie a superare per la prima volta nella storia la cifra di 17 trilioni di dollari, che rappresenta quasi 3 trilioni di debiti in più rispetto al periodo pre-pandemico.
Ciò solleva preoccupazioni per diversi motivi. Da un lato, sembra che le famiglie stiano lottando per far fronte alla perdita di potere d’acquisto causata dall’aumento dell’inflazione, riducendo i loro risparmi e aumentando i debiti. Nonostante la Federal Reserve aumenti i tassi di interesse per frenare i consumi e l’inflazione, le famiglie si indebitano per mantenere il loro tenore di vita il più alto possibile. Questo si riflette nel continuo aumento delle vendite al dettaglio, che non diminuiscono abbastanza da frenare l’inflazione. Di conseguenza, la Federal Reserve si trova costretta a mantenere alti i tassi di interesse per un periodo più lungo del previsto. D’altra parte, esiste il rischio che in un certo momento il credito si contragga ulteriormente, soprattutto a causa della crisi delle banche medie negli Stati Uniti, il che potrebbe causare una crisi finanziaria per le famiglie e l’intera economia. In sintesi, il rischio è che prima o poi si raggiunga il punto di rottura.
Il problema del debito era già evidente prima della pandemia, quando le famiglie avevano un debito di circa 14 trilioni di dollari. Tuttavia, durante il periodo di lockdown, il governo degli Stati Uniti ha fornito ingenti fondi per mantenere bassi i livelli di insolvenza e aumentare i risparmi delle famiglie. Di conseguenza, i debiti hanno continuato ad aumentare fino a raggiungere i 17 trilioni di dollari, proprio nel momento in cui le banche medie statunitensi, principali fornitori di credito alle famiglie e alle piccole imprese, stanno affrontando una crisi e iniziano a ridurre l’accesso al credito.
Uno studio condotto da Morgan Stanley, basato sui dati della Federal Reserve, indica che le condizioni di credito hanno già cominciato a restringersi. Da un lato, sia la domanda che l’offerta di credito stanno diminuendo, mentre dall’altro i tassi di interesse per i nuovi finanziamenti sono ai massimi livelli dal 2010 per i prestiti auto, dal 2003 per i mutui e addirittura dai primi anni ’90 per le carte di credito. Fortunatamente, la maggior parte dei debiti delle famiglie è a tasso fisso, il che significa che ci vorrà del tempo prima che i costi elevati si ripercuotano effettivamente sulle famiglie. Tuttavia, i problemi potrebbero manifestarsi presto e non solo negli Stani Uniti.