Il Governo italiano è preoccupato per il concreto rischio di una stretta creditizia nel Paese. Il ministro Giancarlo Giorgetti ha reso esplicita questa preoccupazione proprio nel giorno in cui la Banca Centrale Europea (BCE) ha deciso di aumentare nuovamente i tassi di interesse, nell’ottavo rialzo dell’anno. Giorgetti ha incontrato i banchieri presso l’Esecutivo Abi, un incontro programmato da tempo su invito del presidente dell’Associazione Bancaria Italiana, Antonio Patuelli, ma tenuto fuori dalle agende ufficiali, forse con l’intento di mantenerlo riservato. Durante l’incontro, che è durato un’ora e mezza, Giorgetti ha spiegato ai giornalisti presenti all’uscita secondaria di Palazzo Altieri il filo conduttore del suo intervento: la necessità che il settore bancario supporti l’economia in questa fase di “incertezza e transizione”. Il ministro è preoccupato anche per il repentino aumento dei mutui a tasso variabile e, secondo quanto trapelato dalle discussioni riservate, avrebbe proposto alle banche di istituire un tavolo tecnico di confronto al fine di individuare soluzioni e evitare che le famiglie si trovino in difficoltà finanziarie.
Da parte dei banchieri, molti dei quali collegati in remoto, sono state richieste al ministro rassicurazioni riguardo all’ipotesi di una tassa sugli extraprofitti, senza però ottenere certezze sulle scelte che verranno fatte in autunno con la prossima Manovra. Solo alcuni giorni fa, il ministro si era limitato a dichiarare pubblicamente che l’idea di un ulteriore onere fiscale sugli utili record non era attualmente all’ordine del giorno. Durante l’incontro, sotto gli affreschi di Palazzo Altieri, non sono mancate le osservazioni sulla tassazione delle banche, ancora al 27,5% per l’aliquota IRES, 3,5 punti percentuali più alta rispetto a quella applicata alle altre imprese. Un altro tema spinoso riguarda le regole prudenziali europee e, in particolare, la definizione di default, che sta provocando un aumento significativo delle classificazioni come inadempienti e una conseguente svalutazione dei clienti in grado di onorare i propri debiti. Giorgetti spiega che il Governo italiano si sta impegnando nelle sedi europee per sostenere le ragionevoli richieste delle banche, tenendo conto delle peculiarità dell’economia italiana e del sistema creditizio nazionale. Aggiunge che si tratta di negoziati complessi svolti su più fronti, mentre i giornalisti sembrano concentrarsi principalmente sul tema del Mes. La questione riguardante la mancata ratifica dell’Italia del trattato del Mes è stata aff
rontata anche durante l’incontro con i banchieri, ma la posizione del ministro al riguardo non è trapelata.
Al termine dell’incontro, alcuni banchieri hanno commentato le preoccupazioni espresse dal ministro riguardo alla disponibilità di credito e ai tassi dei mutui a tasso variabile. Elena Goitini di Bnl ha osservato che, dal suo punto di vista, si sta verificando un rallentamento della domanda di credito da parte delle imprese, ma non vi è un problema di offerta. Per quanto riguarda i mutui, la stragrande maggioranza dei clienti ha optato per un tasso fisso. Anche il settore del credito cooperativo non segnala segnali di “credit crunch”, e il presidente di Federcasse, Augusto Dell’Erba, assicura che le banche a mutualità prevalente continueranno a fare la loro parte. Leonardo Patroni Griffi, presidente di Popolare di Puglia e Basilicata, ha criticato la politica dei tassi di Francoforte, affermando: “A livello europeo si è preoccupati, non solo il ministro, per una politica dei tassi che porta a una riduzione del credito. Non so se questa politica monetaria, fatta in questo modo e con questa intensità, sia giusta, dato che fa parte dell’inflazione. Forse è un po’ esagerata”.