La produzione industriale italiana ha registrato un significativo calo nel mese di aprile 2023, evidenziando una tendenza negativa che si protrae da diversi mesi. Secondo i dati dell’Istat, l’output è diminuito del 1,9%, segnando il quarto mese consecutivo di contrazione in tutte le macroaree produttive, inclusi beni di consumo, intermedi e strumentali. Questo rallentamento ha coinvolto diverse industrie, ad eccezione del settore farmaceutico, che è l’unico a mostrare una crescita.
Le cifre rivelano un netto declino in vari settori. Ad esempio, la produzione di calzature ha subito una diminuzione del 17%, mentre le borse in pelle hanno registrato una diminuzione del 20%. Prodotti in legno, fertilizzanti, coloranti e pigmenti hanno subito contrazioni rispettivamente del 19%, 41% e addirittura del 62%.
Questo andamento negativo non è un’eccezione isolata, ma si inserisce in un quadro più ampio di rallentamento diffuso che coinvolge diversi settori industriali. Se confrontiamo i dati con il mese precedente, possiamo osservare che l’unico settore che si è salvato è quello farmaceutico, poiché gli altri mostrano segni di contrazione.
La situazione è ancora più preoccupante se prendiamo in considerazione l’analisi annuale, con una riduzione complessiva del 7,2% rispetto all’anno precedente. Questo calo rappresenta un peggioramento significativo, che riporta l’indice globale di produzione indietro nel tempo, ai livelli più bassi riscontrati solo nel dicembre 2020.
Settori come legno, carta, chimica e metallurgia sono stati particolarmente colpiti, registrando diminuzioni annue superiori ai 10 punti percentuali. Anche nel primo quadrimestre dell’anno, questi settori hanno mostrato una performance negativa. Ad esempio, la produzione di piastrelle è diminuita del 18%, quella di carta e cartone del 26%, mentre alcune aree dell’abbigliamento hanno subito contrazioni superiori al 20%. Anche settori come calcestruzzo, siderurgia e fonderie hanno registrato un calo superiore al 10%. Tuttavia, le poche eccezioni positive riguardano categorie come mezzi di trasporto e farmaceutica, così come alcuni tipi di macchine utensili che continuano a sostenere gli ordini raccolti alla fine dell’anno precedente.
Questo calo della produzione industriale in aprile ha avuto un impatto negativo sul secondo trimestre dell’anno, iniziando con un avvio poco promettente dopo che nel primo trimestre l’industria aveva già fornito un contributo negativo al prodotto interno lordo. Nel complesso, nei primi quattro mesi dell’anno, la produzione industriale italiana è diminuita del 2,9%, evidenziando un rallentamento diffuso nel primo quadrimestre, ad eccezione dei beni strumentali
che hanno mostrato una crescita.
Le cause di questo rallentamento sono diverse, incluse anche dinamiche interne. Ad esempio, l’aumento dei tassi e delle bollette ha ridotto lo spazio per i consumi, con effetti visibili anche sulle spese alimentari. Sebbene i prezzi siano aumentati, i volumi di vendita sono rimasti al di sotto dei livelli di riferimento del 2015.
Inoltre, il commercio internazionale rappresenta un’ulteriore sfida, con segnali di rallentamento evidenti. Le esportazioni italiane hanno subito una diminuzione del 5,1% ad aprile, interrompendo due anni di crescita costante.
Non è solo l’Italia ad essere interessata da questo rallentamento produttivo, ma l’intero continente europeo. I dati di Eurostat di marzo avevano già evidenziato un calo del 3,6% nell’intera produzione dell’UE rispetto al mese precedente. In particolare, la Germania, che rappresenta il principale mercato di scambio per l’Italia, è in recessione tecnica, con segnali poco confortanti. Nonostante una riduzione meno marcata rispetto a marzo, con una diminuzione dell’output del 2,1%, i dati di aprile indicano solo un modesto recupero. Anche se la produzione di automobili registra una crescita a doppia cifra rispetto all’anno precedente, i dati mensili mostrano un contributo negativo del settore dell’auto dello 0,8%, segnalando una situazione non brillante per l’industria italiana dei componenti.
Anche in altri paesi europei, si osserva un raffreddamento dell’attività produttiva. Ad esempio, la produzione spagnola ha subito una diminuzione dell’1,8% nel mese, mentre in Francia si è verificato un calo dello 0,1% nel complesso e dello 0,4% nel settore manifatturiero. Il quadro generale rimane complesso e le previsioni non sono ottimistiche. Un’indagine di Federmeccanica ha mostrato che, se gli imprenditori del settore meccanico e dei trasporti avevano in media prospettive positive, i pessimisti erano maggioranza tra gli operatori della metallurgia, prevedendo un ulteriore calo. In generale, la fiducia delle imprese è diminuita a maggio, con una marcata frenata degli ordini, segnalando una situazione poco promettente per la produzione futura.