Le famiglie italiane che stanno affrontando difficoltà nel pagare le rate dei mutui potrebbero presto ricevere un aiuto concreto grazie a una nuova iniziativa proposta dall’Associazione Bancaria Italiana (Abi). Dopo un primo memorandum di raccomandazioni per allungare la durata dei mutui a tasso variabile, questa nuova proposta prende di mira le famiglie che sono già in ritardo con i pagamenti, ma con un limite massimo di mancato pagamento di 90 giorni. Oltre questo periodo, infatti, qualsiasi iniziativa per ristrutturare il credito comporterebbe la riclassificazione dello stesso come deteriorato, in linea con le regole dell’Autorità Bancaria Europea (Eba).
Le nuove soluzioni allo studio sono state presentate in un incontro al Ministero dell’Economia giovedì scorso e successivamente verificate con le banche associate durante il weekend. Le proposte sono state formalizzate in un documento ora al vaglio del Mef, il quale sta esaminando attentamente le misure proposte dall’Abi e si attende a breve un riscontro finale.
Tra le principali iniziative, spicca la possibilità di bloccare l’importo della rata a tasso variabile per un certo numero di mesi, allungando così la durata del mutuo e distribuendo il costo del debito nel tempo. Questa opzione, se adottata, comporterebbe un aumento degli oneri per gli interessi, poiché il prestito avrebbe una durata maggiore. Tuttavia, se non fosse possibile implementare questa soluzione, i clienti avrebbero a disposizione ancora meno opzioni. Secondo le regole Eba, se i costi di ristrutturazione di un prestito superano l’1% (calcolato come differenza tra i flussi di cassa attualizzati della posizione originaria e quelli della posizione ristrutturata), l’intera posizione del debitore deve essere considerata deteriorata.
L’Abi, fin dal 2015, ha chiesto ai governi di attivarsi a livello europeo per rivedere tali norme, auspicando una revisione delle regole per adeguarle al livello dei tassi e alla durata dei finanziamenti. Nonostante le difficoltà, la raccomandazione principale che verrà fatta ai clienti sarà quella di rivolgersi tempestivamente alla banca, prima che le difficoltà diventino insormontabili. Se il ritardo nei pagamenti si attesta entro i 60 giorni, è ancora possibile intervenire. Oltre i 90 giorni, i margini di manovra diventano praticamente nulli.
Un altro strumento preso in considerazione è la possibilità di sospendere temporaneamente il pagamento delle rate attraverso il fondo Gasparrini, con gli interessi che verrebbero versati dal fondo stesso. I requisiti per accedere a questa opzione sono stati ampliati durante il periodo del Covid, includendo anche professionisti, partite IVA e lavoratori in cassa integrazione.
L’Abi ha inoltre l’obiettivo di estendere quanto già previsto come obbligo nell’ultima legge di bilancio, permettendo la conversione dei mutui da tasso variabile a fisso. Secondo la norma attuale, gli istituti di credito devono concedere questa possibilità su richiesta dei clienti in difficoltà, con mutui fino a 200 mila euro e ISEE fino a 35 mila euro. Si sta lavorando per alzare la soglia ISEE fino a 45 mila euro, ma sarà necessario evitare una formulazione troppo rigida per rispettare le regole antitrust.
Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, ha commentato che si sta cercando di ampliare le misure non solo riguardo all’allungamento della durata dei mutui, ma anche riguardo alla rinegoziazione e alla surroga, sempre nell’ambito delle rigide norme imposte dall’Autorità Bancaria Europea.
Una volta ricevuto il riscontro finale dal Ministero dell’Economia, l’Abi emanerà una circolare per promuovere le misure presso le banche associate, le quali dovranno pubblicizzarle sui loro siti. Inoltre, l’Abi pubblicherà un elenco degli istituti di credito che aderiscono all’iniziativa per fornire trasparenza e agevolare le famiglie nella ricerca di supporto finanziario.
Il presidente di IntesaSanPaolo, Gian Maria Gros Pietro, ha sottolineato l’impegno dell’intero sistema bancario nel trovare soluzioni per aiutare le famiglie. Attualmente, il tasso medio sui prestiti segnalato dall’Abi è pari al 4,25%, con un aumento per i mutui alle famiglie dal 4,22% al 4,27% durante l’ultimo periodo.
In un contesto economico complesso, queste nuove iniziative mirano a fornire un sostegno concreto alle famiglie italiane che stanno affrontando difficoltà finanziarie, cercando di rendere accessibili opzioni di ristrutturazione e sospensione dei pagamenti per chi ne ha bisogno.