In tempi di tassi di interesse in aumento e perdurante inflazione, i mutui ipotecari stanno mettendo a dura prova le famiglie italiane. Secondo i risultati dell’Osservatorio SalvaLaTuaCasa di Esdebitami Retake, società specializzata in consulenza per la gestione delle crisi da sovraindebitamento, realizzato in collaborazione con Nomisma e con il contributo di Save Your Home, la rata del mutuo subirà un incremento tra il 17% e il 77% nei prossimi due anni. Questo ha un impatto significativo sul reddito netto delle famiglie, che in alcuni casi può arrivare fino al 60%.
L’aumento dei tassi di interesse da parte della Banca Centrale Europea (BCE) negli ultimi 12 mesi, combinato con l’inflazione persistente, sta incidendo pesantemente sui redditi delle famiglie, compromettendo la loro capacità di spesa e di risparmio, riducendo il potere d’acquisto e rendendo difficile il pagamento regolare delle rate dei mutui ipotecari.
Secondo Luigi Ursino, presidente di Esdebitami Retake, le famiglie che hanno sottoscritto un mutuo a 20 anni nel 2013 e avevano una rata di 590 euro a maggio 2023, ora si trovano a dover pagare 758 euro (+28%), e a ottobre la rata potrebbe raggiungere i 797 euro (+35%). Ciò significa che la rata mensile può arrivare a incidere fino a quasi il 60% del reddito netto mensile, raggiungendo livelli di allerta per le fasce di reddito che vanno dai 1.200 ai 1.900 euro netti mensili. Inoltre, si segnala una contrazione fino al 38% del reddito netto residuo disponibile per queste famiglie.
L’Osservatorio ha anche rilevato che nel corso dell’ultimo anno il 13% delle famiglie ha dichiarato di aver avuto difficoltà a pagare regolarmente le rate del mutuo, e il 4% di queste ha accumulato ritardi ed è ancora indietro con i pagamenti. Ciò è particolarmente rilevante per le famiglie con redditi più bassi, dove l’80% dei contribuenti italiani dispone di meno di 30.000 euro lordi annui, e un terzo dei contribuenti non supera i 10.000 euro annui. Queste famiglie hanno la gestione del budget particolarmente complessa, soprattutto se hanno finanziamenti in corso con mutui a tasso variabile (oltre il 40% dei mutui in essere) e di lungo periodo di rimborso.
Secondo l’indagine, questa situazione potrebbe portare a un aumento delle aste giudiziarie nel prossimo periodo. Dopo il picco nel 2019 con 160.594 aste, nel 2022 si sono registrate 125.752 aste. Le aste immobiliari hanno un impatto diretto sul mercato, riducendo il valore dell’immobile anche del 40% o più rispetto alle quotazioni di mercato, creando un ulteriore elemento di debolezza e scarsa tutela per il debitore. Sempre più nuclei familiari si ritrovano con la casa pignorata e con il rischio concreto che questa sia venduta all’asta.
La situazione dei mutui e il loro impatto sulle famiglie sono diventati una preoccupazione significativa per molti. Con il contesto economico attuale, è essenziale per le famiglie adottare una gestione finanziaria prudente e pianificare con attenzione il pagamento delle rate del mutuo per evitare situazioni di sovraindebitamento e difficoltà finanziarie.