Nel secondo trimestre del 2023, le condizioni del credito nell’area dell’euro per famiglie e imprese hanno continuato a restringersi, ma con una velocità inferiore rispetto al trimestre precedente. La Banca Centrale Europea (Bce) ha pubblicato ieri il “Bank lending survey” per il secondo trimestre, che ha evidenziato un crollo della domanda netta di prestiti da parte delle imprese, toccando il livello più basso dal 2003. Anche la domanda di mutui per l’acquisto di case da parte delle famiglie è in forte calo, seppur in modo meno pronunciato rispetto ai trimestri precedenti.
L’indagine è stata condotta presso 158 banche dell’area dell’euro e ha incluso nuove domande sull’impatto del rischio climatico. Non ci sono evidenze riguardo al raggiungimento del “picco” dell’inasprimento monetario. Nel secondo trimestre, è stato registrato solo un rallentamento del restringimento delle condizioni del credito, ma la tendenza al restringimento continua. L’impatto del rialzo dei tassi richiede tempo per materializzarsi, ed è un processo ancora in corso, sia per gli aumenti dei tassi già effettuati che per quelli in arrivo.
Il dato sulla crescita o decrescita del credito, insieme al “Bank lending survey”, sarà determinante per la decisione di politica monetaria del Consiglio direttivo della Bce prevista per domani. La presidente Christine Lagarde ha anticipato che è previsto un aumento del tasso dei depositi al 3,75%.
Le banche dell’eurozona hanno ulteriormente inasprito gli standard di credito per prestiti alle imprese e alle famiglie nel secondo trimestre. Le prospettive economiche e le situazioni specifiche delle imprese, insieme al timore di un aumento delle insolvenze, hanno influenzato questa decisione. Anche il costo al rialzo della raccolta di fondi delle banche ha contribuito a questo inasprimento.
Per il terzo trimestre del 2023, le banche prevedono un ulteriore inasprimento degli standard di credito per i prestiti alle imprese, ma con un ritmo più lento rispetto al secondo trimestre. Tuttavia, il picco dell’inasprimento non sembra essere ancora superato.
La domanda netta di prestiti delle imprese è diminuita notevolmente nel secondo trimestre del 2023 nell’area dell’euro, raggiungendo il livello più basso dal 2003. Questo calo è stato influenzato dall’aumento dei tassi di interesse e dall’indebolimento della crescita economica. Le piccole e medie imprese (Pmi) sono state particolarmente colpite da questa diminuzione della domanda di prestiti, mentre le grandi imprese hanno sperimentato una diminuzione leggermente meno marcata rispetto alla crisi finanziaria globale.
Anche la domanda di mutui per l’edilizia residenziale ha subito una forte diminuzione, seppur meno accentuata rispetto ai due trimestri precedenti. I tassi di interesse più elevati, insieme all’indebolimento delle prospettive del mercato immobiliare e alla bassa fiducia dei consumatori, hanno contribuito a questa diminuzione della domanda.
La Bce prevede che la domanda di prestiti per l’acquisto di abitazioni e il credito al consumo continueranno a diminuire nel terzo trimestre, anche se con una diminuzione meno pronunciata rispetto ai trimestri precedenti. La resilienza del mercato del lavoro resta un fattore di sostegno per la domanda di credito delle famiglie. La situazione del credito nell’area dell’euro è quindi da monitorare attentamente, poiché continua a influenzare le condizioni economiche e finanziarie della regione.