La proposta di riforma sui crediti deteriorati, nota come Riforma Npl, ha generato un acceso dibattito tra top manager, avvocati ed agenzie di rating, evidenziando diverse criticità potenziali. Mentre il premier Meloni cerca di dissipare le preoccupazioni, sottolineando che non ci sono provvedimenti imminenti, è chiaro che questa proposta sta generando una serie di incertezze e dubbi tra gli addetti ai lavori.
La proposta in questione si concentra sui crediti fino a 25 milioni che sono stati classificati come non performing loans (Npl) tra il 2018 e il 2021 e che sono stati successivamente venduti a prezzi scontati da parte delle banche a investitori specializzati. Secondo il disegno di legge, i debitori morosi che rientrano in queste categorie avrebbero la possibilità di riacquistare il proprio debito al prezzo di vendita iniziale, maggiorato del 20%. Nonostante le intenzioni lodevoli di questa proposta, ci sono molte preoccupazioni riguardo ai suoi effetti collaterali.
Il primo problema chiave è la retroattività del disegno di legge, poiché riguarda i crediti entrati in sofferenza tra il 2018 e il 2021. Questa retroattività mette a rischio la certezza del diritto e potrebbe avere impatti negativi sull’intero mercato dei crediti deteriorati. Gli esperti sostengono che questa retroattività potrebbe influire negativamente sull’interesse degli investitori esteri verso i crediti deteriorati italiani, complicando ulteriormente il processo di pulizia dei bilanci delle banche.
Inoltre, la proposta potrebbe influenzare i piani aziendali delle cartolarizzazioni di crediti deteriorati, creando difficoltà nell’adempimento dei piani stabiliti in precedenza. Poiché molte di queste operazioni hanno la garanzia statale (Gacs), il governo potrebbe essere costretto a intervenire per affrontare eventuali problemi.
Un’altra critica riguarda la discriminazione tra i debitori morosi. La proposta prevede un limite di tempo molto breve per l’esercizio del diritto di riacquisto, il che potrebbe limitare notevolmente il numero di persone in grado di beneficiare di questa opportunità. Inoltre, la proposta tratta tutti i debitori ceduti allo stesso modo, senza considerare le loro circostanze individuali, creando un trattamento non equo.
Infine, c’è il rischio di un azzardo morale, in cui alcuni debitori potrebbero smettere di pagare i propri debiti sperando di riacquistarli a prezzi scontati. Nonostante la retroattività limiti questo rischio, potrebbe ancora avere un impatto negativo sulla moralità dei debitori.
In sintesi, la Riforma Npl è un’idea con buone intenzioni ma che presenta molte sfide pratiche. La sua retroattività, le discriminazioni tra i debitori e il rischio di azzardo morale sollevano dubbi significativi tra gli addetti ai lavori. Mentre il dibattito continua, è chiaro che questa proposta necessita di ulteriori analisi e considerazioni approfondite prima di diventare legge.