Analizzando la situazione sotto questo momento storico riportiamo: inflazione, transizione digitale, guerra, crisi energica e la concorrenza dal settore finanziario non bancario.
La resistenza delle banche viene sempre di più messo alla prova, a causa dei cyberattacchi. In relazione a questo problema verranno messi a disposizione degli stress test ad hoc nel 2024.
Nell’eurozona questo dato risulta ancora elevato rispetto alle aspettative di vigilanza.
Anche se il dato più “allarmante” resta la media italiana: in quanto si detiene il 5,9% di crediti deteriorati.
Il piano a cui pensano le banche è proprio quello dell’adeguata copertura dei rischi con dotazioni di capitale.
Una possibile soluzione sarebbe la riduzione degli Npl, per evitare l’incremento degli stock di crediti deteriorati nel corso degli anni.
Alle banche viene chiesto di elaborare un piano, dove le banche “segregano” asset specifici a garanzia di obbligazioni, trasformando gli investitori in creditori privilegiati.
La soluzione proposta è che gli istituti portino a termine entro fine marzo una valutazione anche quantitativa dell’impatto di questi rischi.
Le banche nell’immediato possono individuare il profilo di efficienza energetica dei nuovi prestiti e controbilanciare un gap con l’acquisto degli stessi, disponibili sul mercato.