L’analisi del Market Watch Npl di Banca Ifis, pubblicato da Il Sole 24 Ore, rivela un quadro eterogeneo sull’andamento del credito in Italia. Mentre i tassi massimi influenzano negativamente la domanda di credito a livello nazionale, il Sud Italia si distingue con una crescita dello 0,3%, trainata dai prestiti alle famiglie.
La mappatura dell’andamento dei crediti a imprese e famiglie, considerando cartolarizzazioni, cessioni di crediti, rilassificazioni e rettifiche di valore, evidenzia una diminuzione complessiva dei prestiti del 2,4% tra giugno 2023 e giugno 2022. Questo calo è attribuibile principalmente al rialzo dei tassi che ha scoraggiato la richiesta di denaro.
La distribuzione geografica del calo dei prestiti mostra una contrazione del 1,5% nel Nord Italia, un significativo -4,7% nel Centro, ma sorprendentemente un aumento dello 0,3% nel Mezzogiorno. Quest’ultimo è trainato principalmente dai prestiti alle famiglie, con un tasso di crescita positivo del 0,7% nel Nord e addirittura dell’1,8% nel Sud.
L’analisi dettagliata mostra che, nel Nord, tutte le regioni registrano un sensibile calo nei prestiti alle imprese, ad eccezione della provincia di Bolzano. Al contrario, le famiglie nel Nord continuano a richiedere credito, con un tasso di crescita positivo del 0,7%.
Nel Centro Italia, la diminuzione dei prestiti alle imprese è generalizzata (-5,1%), con una frenata della domanda nelle regioni Lazio, Marche e Umbria. Tuttavia, i prestiti alle famiglie crescono del 1%, ad eccezione delle Marche che registrano un leggero decremento del 0,8%.
Nel Mezzogiorno, la richiesta di credito da parte delle imprese diminuisce in modo limitato (-0,6%), grazie a un aumento del 1,1% registrato dalla Campania. Per quanto riguarda le famiglie, i prestiti continuano a crescere (+1,8%), con una notevole crescita superiore al 2% in Puglia e Campania.
Il CEO di Banca Ifis, Frederik Geertman, sottolinea che questi dati riflettono la vitalità del tessuto economico italiano. La sorpresa positiva nel Mezzogiorno è attribuita anche agli investimenti nelle tecnologie e nell’aerospaziale, con la Campania in evidenza.
L’analisi della rischiosità dei crediti mostra che, nonostante gli allarmi, il livello rimane storicamente basso in tutte le regioni, con una prospettiva di aumento dello 0,9% nel 2024. La rischiosità è più contenuta per l’Industria e i Servizi, mentre nell’edilizia raggiunge il 4,8% nel Centro.
Infine, l’analisi della rischiosità di credito per genere evidenzia una “sottoaffidabilità” delle donne da parte del sistema bancario, con le titolari di prestiti rappresentanti solo il 23% del totale, nonostante costituiscano il 51% della popolazione italiana. Tuttavia, la rischiosità per le donne è inferiore rispetto agli uomini, con un Npl ratio del 3,8% contro il 6,2%.