Nel periodo tra il 2019 e il 2023, le tre definizioni agevolate introdotte dal Dl 118/2018, dalla riforma della giustizia tributaria (legge 130/2022) e dalla manovra 2023 (legge 197/2022) hanno portato a un taglio di circa 11.700 liti fiscali presso la Cassazione. Tuttavia, ciò è al di sotto delle aspettative, specialmente considerando l’obiettivo del PNRR di ridurre il carico di lavoro e velocizzare i processi.
Al 31 dicembre 2023, nonostante i tentativi di riduzione, le pendenze tributarie presso la Cassazione sono stimatamente sopra le 40.000 unità, rappresentando circa il 50% del totale dei procedimenti civili.
La definizione agevolata introdotta nel 2023 sembra aver avuto un impatto limitato, con solo 5.951 procedimenti rottamati entro la fine dell’anno, nonostante l’obiettivo iniziale di 15.000.
Per il 2024, si prevede un aumento significativo dei ricorsi tributari a seguito della chiusura della finestra per le definizioni agevolate. Si stima che la Cassazione chiuderà il 2023 con 41.894 pendenze arretrate, in calo rispetto al 31 dicembre 2022 ma ancora sopra i 40.000, un dato che persiste da diversi anni.
Le definizioni complessive sono state 10.070, in linea con gli anni precedenti. Tuttavia, il numero di ricorsi è aumentato a 16.688, principalmente a causa dell’arrivo di migliaia di ricorsi dalla soppressa Sesta sezione. Si prevede che molti dei nuovi ricorsi, che avrebbero potuto pervenire nel 2023, si riverseranno sulla Cassazione nel 2024, aggravando la situazione già complicata.
Nel merito, al 31 dicembre 2023, i procedimenti arretrati di primo e secondo grado sono pari a 256.587 unità, in calo rispetto al 2022. I ricorsi e gli appelli sono in diminuzione costante dal 2015. Le Corti di primo grado hanno chiuso il 2023 con 138.337 ricorsi, mentre il secondo grado è passato da 41.057 nel 2022 a 36.911.
Le Corti di sei Regioni (Sicilia, Campania, Calabria, Lazio, Lombardia e Puglia) contribuiscono al 61% delle nuove liti al 31 dicembre 2023. La flessione costante della litigiosità porta il Ministero dell’Economia a rivedere l’organizzazione degli uffici giudiziari.