Il Centro Studi Confindustria solleva la preoccupazione di una possibile recessione nell’economia italiana, con un quadro poco incoraggiante per il terzo e quarto trimestre del 2023. Questa preoccupazione è alimentata da una serie di fattori che stanno mettendo sotto pressione l’andamento economico del paese.
L’industria italiana sta affrontando una situazione difficile, con una produzione industriale in calo del 1,9% dall’inizio dell’anno e un ulteriore calo del 0,7% registrato a luglio. Anche il settore delle costruzioni sta mostrando segni di declino. Ma non è solo l’industria a soffrire: il settore dei servizi sta attraversando una battuta d’arresto, con conseguenze negative su consumi e investimenti.
I tassi di interesse stabili o in aumento, insieme alla liquidità in calo, stanno avendo un impatto negativo sull’economia italiana. Il costo del credito a luglio è arrivato al 5,09%, e ciò ha portato a una diminuzione del 4,0% nei prestiti alle imprese su base annua. Un crescente numero di imprese, il 8,2% a settembre, sta lottando per ottenere credito, a causa di condizioni troppo onerose e criteri di accesso più severi. Le imprese stanno vedendo anche un esaurimento della loro liquidità, con una diminuzione dei depositi del 10,1% in un anno, e ci sono ritardi nei pagamenti e un peggioramento dei vecchi prestiti.
I tassi di interesse stanno colpendo anche le famiglie italiane, con un aumento degli interessi da pagare. Gli interessi sono aumentati di 2,84 punti fino a luglio 2023, con un notevole impatto sulle famiglie che hanno mutui a tasso variabile. Questo aumento degli interessi mette a dura prova i bilanci familiari, costringendo molte famiglie a tagliare le spese in altri settori.
La situazione nei servizi non è positiva nonostante il buon andamento del turismo. L’indice PMI per il settore è sceso a 49,8 da 51,5, indicando una flessione. Anche l’industria sta soffrendo, con una flessione concentrata nei beni di consumo durevoli (-4,4% a luglio) e una fiducia delle imprese in calo a settembre.
La domanda interna sta diminuendo, con cali negli investimenti nel secondo trimestre e una diminuzione dei consumi nel terzo trimestre. Inoltre, a luglio si è verificata una diminuzione dell’occupazione, con 73.000 posti di lavoro persi.
Le esportazioni stanno anche subendo una battuta d’arresto, con cali sia nei mercati europei che extraeuropei. L’andamento negativo delle vendite in Germania è stato ulteriormente aggravato da una frenata negli Stati Uniti.
In questo contesto, l’Eurozona mostra una crescita quasi stagnante, mentre gli Stati Uniti sembrano avere prospettive più favorevoli, con previsioni della Fed per il PIL che indicano un aumento del 2,3% nel 2023 e dell’1,5% nel 2024. Tuttavia, il quadro globale è complesso, con alcuni mercati emergenti, come l’India, in evidenza.