Nel primo trimestre del 2023 è stato registrato un calo del 18% del numero di aste, con un numero pari a 43mila. Un calo che non si registrava dal 2019, la causa principale è il calo di nuove procedure esecutive immobiliari pressi i Tribunali italiani, ma anche da fenomeni macro – economici come l’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse.
Questa valutazione è dovuta al fatto che solo il 37% delle procedure esecutive pendenti ha avuto il modo di vedere fissata un’asta nel corso dell’anno, mentre il resto avendo subito delle aste deserte ha subito dei ribassi del prezzo.
L’elemento che desta maggiore preoccupazione, ed incide negativamente sui bilanci dei creditori, è il calo drastico dei valori in asta. Il continuo andamento di aste deserte, naturalmente spinge in basso i valori della futura aggiudicazione.
Nel primo trimestre 2023 la svalutazione si attesta intorno ai 2,2 miliardi di euro.
Nel dettaglio, l’inizio del 2023 ha però portato ad un risultato pari al 62% di aste residenziali, in aumento rispetto al 2022 (dato preoccupante), con un calo medio del prezzo del 25% rispetto allo all’anno precedente.
Questo scenario è da contestualizzare nel “mondo” NPE, che nell’ultimo decennio si è notevolmente ridotto, ma nel 2024, purtroppo ci si aspetta un aumento a 377 miliardi di euro.