La Banca Centrale Europea (Bce) ha confermato il suo impegno ad adottare un approccio cauto ma deciso nella gestione della politica monetaria, nonostante l’aumento dei tassi di interesse di 25 punti base e l’indicazione di ulteriori rialzi a luglio.
Secondo quanto dichiarato dai membri dell’esecutivo della Bce, se il Consiglio direttivo decidesse di interrompere temporaneamente l’incremento dei tassi, tale decisione non verrebbe annunciata preventivamente. Invece, verrebbe comunicata successivamente, una volta che la pausa avrebbe avuto luogo e in base all’analisi dei dati disponibili. Pertanto, potrebbe essere annunciato che i tassi sono rimasti invariati nella riunione precedente, ma la Bce si impegna comunque a monitorare attentamente i dati e a valutare l’opportunità di aumentarli in un incontro successivo. Solo se queste pause si susseguissero, si potrebbe dedurre che il ciclo di rialzi è terminato.
L’approccio della Bce si basa sull’incertezza molto elevata riguardo all’andamento dell’inflazione, sia complessiva che di fondo, e sull’analisi dei dati riunione dopo riunione. Peter Kazimir, governatore della banca centrale slovacca, ha sostenuto che i rischi di inflazione rimangono orientati al rialzo e ha enfatizzato la necessità di ulteriori rialzi dei tassi di interesse a luglio.
Philip Lane, capoeconomista della Bce e membro del Board, ha sottolineato che la dipendenza dai dati potrebbe comportare l’assenza di un rialzo dei tassi nella riunione attuale, ma i dati futuri potrebbero richiedere un ritorno all’aumento dei tassi nelle riunioni successive. Lane ha inoltre affermato che è ancora presto per prevedere la decisione della riunione di settembre, che sarà influenzata dai dati in arrivo.
L’incertezza sulle future mosse della Bce e la debolezza dell’economia cinese hanno contribuito all’allargamento dello spread BTp/Bund, che è salito da 157 a 160 punti base, e all’aumento dei rendimenti dei BTp decennali al 4,12%. Le Borse europee hanno chiuso in calo, mentre Wall Street era chiusa in occasione di una festività.
Dopo l’ultimo rialzo dei tassi, Isabel Schnabel, membro del comitato esecutivo della Bce, ha sostenuto che la Banca Centrale deve continuare ad aumentare i tassi di interesse, poiché c’è un limite al tempo in cui l’inflazione può rimanere al di sopra dell’obiettivo del 2%. Schnabel ha ribadito che è meglio commettere errori nel fare troppo piuttosto che troppo poco, considerando i rischi al rialzo che gravano su un’inflazione già persistentemente elevata. Inoltre, ha evidenziato che re
agire solo dopo che i rischi di aumento dell’inflazione si sono concretizzati può destabilizzare le aspettative di inflazione e richiedere una contrazione più drastica della produzione per ripristinare la stabilità dei prezzi.
Secondo un sondaggio Bce condotto su 41 analisti di politica monetaria, la previsione maggioritaria per il primo taglio dei tassi nell’area dell’euro è giugno 2024, mentre una minoranza punta al novembre 2023. Gli analisti hanno stimato che, entro fine maggio, il rendimento dei titoli di Stato italiani decennali sarà del 4,50% tra un anno.
La lista dei rischi che potrebbero ostacolare il raggiungimento dell’obiettivo del 2% di inflazione nel medio termine, menzionata da Schnabel, è estremamente lunga. Oltre ai fattori ovvi come riprese dei colli di bottiglia nell’approvvigionamento e impennate dei prezzi dell’energia a causa del conflitto tra Russia e Ucraina, si considera anche l’impatto di El Niño sul rialzo dei prezzi dei beni alimentari. È stato dimostrato in passato che un aumento di un grado nelle temperature causato da questo fenomeno climatico può far aumentare i prezzi alimentari globali di oltre il 6% nell’arco di un anno.