In risposta all’incremento dei tassi di interesse stabilito dalla Banca Centrale Europea (BCE), l’Associazione Bancaria Italiana (ABI) ha rilasciato in anticipo il suo bollettino mensile, mettendo in evidenza come le banche italiane stiano aumentando i tassi di interesse passivi sui depositi e sui prodotti a durata prestabilita. Questo suggerisce che le banche stiano adeguando la remunerazione dei loro clienti, non solo aumentando il costo dei finanziamenti per famiglie e imprese.
Il bollettino mensile, originariamente programmato per il 26 settembre, è stato anticipato in quanto i dati erano pronti. Tuttavia, la sua diffusione coincide con una settimana critica in Senato, dove verrà discussa l’ammissibilità degli emendamenti al decreto Asset, che contiene la tassa sui cosiddetti extraprofitti bancari. Il governo ha giustificato questa imposta come un mezzo per ristabilire l’equilibrio tra i margini e i profitti significativi ottenuti dalle banche a seguito degli aumenti dei tassi della BCE e la remunerazione dei depositi e dei conti correnti.
L’ABI ha cercato di dimostrare che questa affermazione non è corretta. Tra i dati evidenziati, vi sono i rendimenti sui depositi a durata prestabilita, come i certificati di deposito o i depositi vincolati, che hanno raggiunto il 3,36% rispetto al 3,28% di luglio. Questo tasso è superiore alla media europea, che era del 3,15% sempre a luglio. Il tasso medio riconosciuto sui depositi, compresi i conti correnti, è salito all’0,8% rispetto allo 0,76% di luglio. Anche il tasso di interesse passivo medio sui conti correnti è aumentato, seppur in misura limitata, salendo all’0,4% dall’0,38% di luglio, ma rappresenta un notevole incremento rispetto allo 0,02% di agosto 2022.
Lo spread, ossia la differenza tra i tassi di interesse medi applicati alle nuove operazioni di finanziamento a famiglie e imprese e il rendimento medio della raccolta bancaria, si sta riducendo: ad agosto era di 157 punti base, in calo rispetto ai 166 punti base di luglio e ai 188 punti base di giugno. Le banche ritengono che questa riduzione dello spread sia significativa quando si considerano le nuove operazioni.
Nello stesso periodo, la concessione di prestiti a famiglie e imprese è diminuita del 3,3%, un calo più marcato rispetto al 2,2% di luglio. A luglio, i prestiti alle imprese avevano subito un calo del 4%, mentre quelli alle famiglie erano diminuiti dello 0,3%. Una minore quantità di finanziamenti comporta un minor guadagno derivante dall’aumento dei tassi di interesse. Il bollettino dell’ABI ha anche evidenziato che ad agosto il tasso medio sulle nuove operazioni per l’acquisto di abitazioni è stato del 4,29%, rispetto al 4,19% di luglio, mentre il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è stato del 5,03%, in calo rispetto al 5,09% di luglio (anche se questo potrebbe essere legato ai minori volumi di prestiti erogati normalmente ad agosto). Il tasso medio complessivo dei prestiti è stato del 4,48%.
Anche se la remunerazione dei conti correnti rimane relativamente bassa, i clienti sono in grado di ottenere rendimenti migliori altrove. Questo è evidenziato dall’incremento degli investimenti custoditi presso le banche, che è aumentato di quasi 227 miliardi tra luglio 2022 e luglio 2023, di cui 133 miliardi sono attribuibili alle famiglie e 27 miliardi alle imprese. Questo significa che i clienti che cercano rendimenti più elevati stanno chiedendo alle banche di investire in loro nome, ad esempio, in titoli di Stato, che vengono quindi custoditi dalla banca. A confermare questa tendenza, vi è anche una riduzione delle somme depositate, con una diminuzione del 5,5% a agosto, portandole a 1.750 miliardi. Il picco