Le banche italiane e il mercato dei crediti deteriorati hanno fatto enormi passi avanti negli ultimi anni, grazie al contributo fondamentale dei servicer e degli investitori di crediti non performanti (Npl). Tuttavia, non è il momento di abbassare la guardia. È necessario valutare se adeguare il tasso di copertura dei crediti deteriorati, poiché rilassarsi ora sarebbe un errore.
Banca d’Italia e il Tesoro italiano hanno una visione comune sull’andamento del processo di derisking e sulle future sfide che attendono le istituzioni finanziarie attive nella gestione e nel recupero dei crediti. Questo è emerso durante l’intervento del capo della Vigilanza bancaria di Bankitalia, Giuseppe Siani, e del responsabile della Direzione V – Regolamentazione e Vigilanza del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Stefano Cappiello, al Summit Utp&Npl organizzato dal Sole 24 Ore. L’evento ha riunito i principali operatori del settore.
I numeri parlano chiaro. Nel 2015, a causa della lunga recessione che ha colpito l’Italia tra il 2008 e il 2014, gli stock di crediti deteriorati ammontavano a 360 miliardi di euro (200 miliardi in termini netti), corrispondenti al 16,5% dei prestiti totali (9,8% al netto delle rettifiche di valore). Nel frattempo, il tasso annuo di nuovi prestiti deteriorati sui bonis (default rate) aveva raggiunto il 5,3%. Alla fine del 2022, i crediti deteriorati lordi erano scesi a 66 miliardi di euro (33 miliardi netti), rappresentando il 2,9% del totale (1,5% netto), con una riduzione di oltre l’80%. L’incidenza dei crediti deteriorati è ora in linea con la media delle banche europee sotto la vigilanza, come sottolinea Siani. Inoltre, grazie all’azione di pulizia degli attivi, si è sviluppato un mercato secondario degli Npl che fino a qualche anno fa era praticamente inesistente.
Il derisking è stato favorito anche dal quadro regolatorio. Cappiello ricorda l’approccio “a mosaico” adottato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze nel corso degli anni. Gli interventi sono stati molteplici: modifiche al regime fiscale applicato alle perdite sui crediti bancari, incentivi fiscali introdotti nel 2020 con il Decreto Cura Italia per agevolare la cessione degli Npl tramite la conversione in crediti d’imposta, il ruolo proattivo di Amco e la riforma del codice di procedura civile per favorire la risoluzione stragiudiziale delle crisi e introdurre meccanismi di early warning. Tuttavia, è stata soprattutto l’introduzione della garanzia pubblica sulle cartolarizzazioni delle
sofferenze, le cosiddette Gacs, a cambiare radicalmente il volto del mercato.
Nel periodo 2017-2022, più del 50% delle operazioni di cartolarizzazione delle sofferenze sono state realizzate utilizzando la Gacs, un vero game changer. Secondo Cappiello, con questo schema di mercato, la Gacs ha colmato una lacuna del mercato stesso.
Ma quali sono le prospettive future? Riguardo alla Gacs, uno strumento che al momento è in fase di revisione per un possibile rinnovo, Cappiello afferma che sono stati avviati i preparativi, ma non c’è ancora l’esigenza di attivarlo. È un equilibrio dinamico, che dipenderà dall’evoluzione della situazione. Ciò verrà discusso nei prossimi mesi o forse anni.
Per quanto riguarda la qualità del credito, Siani sottolinea che, date le incertezze e il rialzo dei tassi, non si può escludere un ulteriore peggioramento delle condizioni di credito. Pertanto, è necessario continuare a rafforzare le misure in tutte le fasi del processo di credito e valutare l’aumento del tasso di copertura dei crediti deteriorati.
È fondamentale che il mercato degli Npl rimanga attivo, trasparente e credibile. Banca d’Italia, che ha una riserva di vigilanza su questo settore, sta monitorando attentamente i servicer e gli altri soggetti che operano in questo segmento. È intenzionata a intensificare l’azione di supervisione e il monitoraggio dei recuperi per mantenere una visione completa dei fenomeni di trasferimento e propagazione dei rischi. Bankitalia è pronta ad agire con gli strumenti e gli interventi ritenuti più appropriati.
Siani sottolinea anche l’importanza del rafforzamento dei meccanismi di governance e controllo dei servicer, con particolare attenzione alla preparazione prudente dei piani industriali e all’implementazione di sistemi di monitoraggio dei recuperi efficaci e tempestivi.
Il recepimento della direttiva relativa ai gestori e acquirenti di crediti deteriorati (Smd) sarà un elemento rilevante per lo sviluppo del mercato secondario europeo degli Npl. Sarà necessario conciliare ulteriori sviluppi del mercato secondario con una supervisione adeguata dei rischi. Ciò si otterrà garantendo una sorveglianza adeguata sulle cessioni di crediti deteriorati e sulle cartolarizzazioni, nonché rafforzando i controlli sulle cartolarizzazioni stesse, che includono verifiche di vigilanza sui requisiti di risk retention e trasparenza nei confronti del mercato. Bankitalia, quindi, non ha intenzione di allentare la presa sui crediti deteriorati.