Cosa sono la Diffida ad Adempiere e la Messa in Mora. Cosa fare davanti a questi casi?
Succede di ricevere, da parte di un creditore (banca, finanziaria, fornitore, creditore privato), una lettera di Diffida o di Messa in Mora, ma di non sapere precisamente di cosa si tratti e come comportarsi.
La Diffida
La Diffida, ex art. 1454 C.C., è un’intimazione scritta con la quale il creditore CHIEDE ALLA PARTE INADEMPIENTE di mantenere fede ai propri impegni entro un dato termine (solitamente non meno di 15 giorni).
In poche parole, è un Ultimatum (quindi non una semplice lettera di sollecito), è la palese volontà di porre termine ad un contratto.
Nel caso in cui il debitore ignori la diffida e non adempia nei termini previsti, il creditore procederà alla Messa in Mora, che comporta atti ben precisi:
- RISARCIMENTO DEI DANNI PER IL RITARDATO PAGAMENTO;
- CALCOLO DEGLI INTERESSI LEGALI;
- INTERRUZIONE DELLA PRESCRIZIONE.
Tasso di Interesse
Il tasso di interesse legale è fissato dal Ministero del Tesoro, con decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale ed è quindi variabile. Tali interessi sono dovuti per legge come obbligo accessorio a quello del pagamento di una somma di denaro. La prescrizione, art. 2934 C.C., è così definita:
Ogni diritto si estingue per prescrizione, quando il titolare non lo esercita per il tempo determinato dalla legge.
L’interruzione della “prescrizione”, quindi, è volta a far sì che il termine entro il quale il diritto può essere esercitato inizi di nuovo, come se non si tenesse in conto il tempo già trascorso.
La Messa in Mora, prevista dall’art. 1219 del C.C., deve essere inviata per raccomandata A.R. o per PEC ed obbliga ufficialmente il creditore a far fronte ad un accordo.
Come Comportarsi in questi casi
Innanzitutto prendere atto che questi strumenti sono il presupposto per l’avvio di una Procedura Legale che comporta, inevitabilmente, un aggravio di costi (interessi e spese legali). Rivolgersi ad un professionista esperto, che sappia condurre una trattativa seria, finalizzata al raggiungimento di un accordo “bonario” con il creditore e che metta al riparo il debitore dall’aggressione del proprio patrimonio/reddito, tenendo conto delle sue effettive possibilità di rientro e che sappia ottenere un abbassamento del debito (dipende dalle casistiche, ma talvolta è possibile ottenere una riduzione di oltre il 70%).
MAI SCORAGGIARSI, QUINDI! Trovare un accordo è POSSIBILE!
L’importante è non improvvisare. Chi tratta quotidianamente queste situazioni può tutelarvi, sottoscrivendo un accordo chiaro che vi liberi definitivamente dai debiti, senza brutte sorprese o strascichi e, non meno importante, può farvi risparmiare denaro.
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