I tassi di interesse sui mutui per l’acquisto della casa e sui finanziamenti alle imprese continuano a salire, influenzando l’andamento del settore finanziario. A maggio, il tasso sui mutui ha raggiunto il 4,24%, mentre i tassi sui nuovi finanziamenti alle imprese si sono avvicinati alla soglia critica del 5%, con un aumento medio del 4,12%. Questa tendenza ha avuto un impatto sulle erogazioni di prestiti, che sono diminuite dell’1,1% su base annua a maggio, passando da 1.342 a 1.312 miliardi di euro. Questo calo segue la flessione dello 0,3% registrata ad aprile e l’incremento del 3,2% rispetto a maggio 2022.
Secondo il bollettino dell’Abi, i tassi di interesse non sono gli unici a subire modifiche. Infatti, il rendimento sui conti correnti è passato dallo 0,29% di luglio allo 0,32% di maggio, rispetto allo 0,02% dello stesso periodo dell’anno precedente. Tuttavia, il comunicato ha anche evidenziato che il differenziale tra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie è salito a 325 punti base a maggio 2023, rispetto ai 317 punti base del mese precedente e quasi il doppio rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.
Il tasso sui nuovi depositi a termine, come i certificati di deposito e i depositi vincolati, è aumentato al 3,21% a maggio 2023 rispetto allo 0,29% di giugno 2022. Allo stesso modo, il rendimento delle nuove emissioni di obbligazioni a tasso fisso è salito al 4,44% rispetto all’1,31% di giugno 2022, con un incremento di 313 punti base. Il tasso medio complessivo sui depositi esistenti, compresi i certificati di deposito, i depositi di risparmio e i conti correnti, è stato del 0,68% (0,32% a giugno 2022).
Un dato interessante, fornito per la prima volta nel bollettino, riguarda gli investimenti delle banche in titoli di Stato. Ad aprile, le banche operanti in Italia detenevano titoli di stato italiani per 388,4 miliardi di euro, un aumento rispetto ai 372,8 miliardi detenuti alla fine del 2022. Questa informazione sembra essere un messaggio rivolto al ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, che recentemente aveva sollecitato le banche ad adeguare i rendimenti su conti e depositi in seguito all’aumento dei tassi di interesse sui prestiti.
La situazione si sviluppa in un contesto in cui la partecipazione delle ban
che alle aste dei titoli di Stato è particolarmente importante, soprattutto quest’anno, poiché la Banca Centrale Europea ha iniziato a ridurre gli acquisti di titoli di debito dei paesi dell’area euro. Questi sviluppi avvengono proprio in concomitanza con il comitato esecutivo dell’Abi, che si è riunito oggi e che precede l’assemblea dell’Associazione prevista per il 5 luglio.
A maggio, si è verificata una riduzione della liquidità dei depositi, con una contrazione annuale del 3,7% a 1.789 miliardi di euro. La raccolta diretta complessiva ha registrato una diminuzione del 2,2% su base annua a maggio 2023. D’altro canto, la raccolta indiretta, che comprende gli investimenti in titoli custoditi presso le banche sia per conto di clienti che in gestione diretta, ha registrato un aumento di oltre 190 miliardi di euro tra aprile 2022 e aprile 2023, di cui 107,3 miliardi attribuibili alle famiglie, 28,8 miliardi alle imprese e il resto ad altri settori. A maggio, la raccolta a medio e lungo termine tramite obbligazioni è aumentata dell’11,9% rispetto all’anno precedente. Le sofferenze nette si sono mantenute stabili a 15 miliardi di euro.