Nei primi tre mesi del 2023, le famiglie e le imprese italiane hanno assistito a una diminuzione significativa delle loro riserve di liquidità sui depositi. Secondo i dati riportati, la liquidità si è ridotta di circa 50 miliardi di euro, mettendo in luce una preoccupante tendenza di erosione del risparmio.
Mentre per le imprese, in particolare le grandi aziende, questa riduzione potrebbe essere interpretata come un segnale di ripresa degli investimenti, per le famiglie la situazione è diversa. Già dai primi mesi del 2022, l’aumento dei prezzi e dell’inflazione ha invertito la tendenza al risparmio delle famiglie, che era rimasta quasi stagnante nei primi cinque mesi dell’anno, con una media pari allo 0,2% da gennaio a maggio e una diminuzione crescente nel resto del semestre. Questo ha cominciato a erodere le riserve accumulate dal sistema produttivo italiano, che si trova ora privo di risorse finanziarie da destinare agli investimenti.
La Fabi, il sindacato del settore bancario italiano, ha lanciato l’allarme su questa situazione preoccupante. Durante il prossimo congresso nazionale, al quale parteciperanno i vertici delle principali banche italiane e l’Associazione Bancaria Italiana (ABI), verrà affrontata la necessità di dare maggiore concretezza alla tutela del risparmio. Inoltre, verrà discusso il tema della remunerazione offerta dalle banche sui conti correnti e sui depositi, evidenziando una crescente disparità tra interessi attivi e passivi.
È importante notare che nel 2022 le banche italiane hanno registrato profitti per un totale di 12,8 miliardi di euro, segnando un aumento del 66% rispetto all’anno precedente. Questo risultato è stato attribuito a un aumento dei ricavi, a un minor costo del credito e a spese operative stabili. Tuttavia, le banche hanno iniziato ad aumentare i tassi di interesse su alcuni tipi di depositi, come quelli a termine o vincolati, ma hanno mantenuto remunerazioni particolarmente basse sui conti correnti, considerati sempre più come un servizio piuttosto che una forma di risparmio.
Il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni, ha espresso la sua preoccupazione sull’inflazione, affermando che colpisce soprattutto coloro che hanno redditi bassi e pochi risparmi, aumentando le disuguaglianze sociali. Ha sottolineato che il potere d’acquisto degli stipendi è tornato indietro di 25 anni e ha chiesto alle banche di restituire una parte dei benefici ottenuti dall’aumento del costo del denaro, alzando i tassi di interesse sui conti correnti.
Analizzando i dati, si nota un notevole aumento della forbice tra i tassi attivi e passivi delle banche nel periodo tra il 202
1 e marzo 2023. Ad esempio, gli interessi sui mutui alle famiglie sono saliti da un’1,4% al 4,36%, mentre quelli per i prestiti alle imprese sono passati dall’1,31% al 4,33%. Al contrario, gli interessi sui conti correnti sono aumentati solo di 24 punti base per le famiglie, mentre quelli sui depositi a termine hanno registrato un aumento più significativo, con uno spread di 113 punti base.
Questi dati sottolineano la contrazione del risparmio, evidenziando che a fine marzo 2023 i depositi delle famiglie si sono contratti del 2,14%, raggiungendo il valore di 1.149 miliardi di euro, mentre quelli delle imprese sono diminuiti del 7,56%, attestandosi a 390 miliardi di euro. In totale, ciò si traduce in una variazione media del 5% e una perdita di circa 25 miliardi di euro per le famiglie e di 32 miliardi di euro per le imprese.
La contrazione del risparmio rappresenta un allarme rosso per gli italiani, poiché la difficoltà economica nel far fronte all’aumento dei prezzi sta erodendo pesantemente la liquidità del sistema. È fondamentale affrontare questa situazione, sia attraverso il rinnovo dei contratti collettivi di lavoro, con importanti aumenti economici, sia mediante un’impegno da parte delle banche a restituire una parte dei benefici ai propri clienti, alzando i tassi di interesse sui conti correnti.
La tutela del risparmio e l’equità nell’accesso ai servizi bancari diventano quindi questioni cruciali per garantire una stabilità economica e una riduzione delle disuguaglianze sociali nel contesto attuale.