Negli ultimi tempi, i profitti aziendali robusti e il solito ritardo temporale hanno rallentato l’effetto dei rialzi dei tassi introdotti dalla Banca Centrale Europea (BCE). Tuttavia, la situazione sta cambiando rapidamente e nei prossimi trimestri ci si aspetta un impatto significativo sull’economia reale a causa dell’aumento dei costi di finanziamento. Queste sono le conclusioni emerse durante la conferenza primaverile 2023 organizzata da Assiom Forex, focalizzata sui trend macro dei mercati finanziari.
Marco Valli, Global Head of Research di UniCredit, ha sottolineato che le aziende hanno accumulato profitti negli ultimi due anni, permettendo loro di ritardare l’assorbimento dei maggiori costi di finanziamento. Tuttavia, Valli ha evidenziato che la situazione è destinata a cambiare, considerando il contesto di crescita economica modesta e tassi prossimi al livello terminale. Secondo le previsioni dell’economista, il tasso di deposito raggiungerà il 3,75% a luglio, con la possibilità di ulteriori rialzi a settembre. Quest’ultima decisione dipenderà dal fatto che la BCE si concentri esclusivamente sull’inflazione core o tenga conto anche dell’andamento del mercato del lavoro. A causa dell’elevato grado di incertezza, le probabilità di un rialzo o di una pausa a settembre sono ora equilibrate. Nonostante le pressioni in via di attenuazione nel settore, il processo di disinflazione è solo a metà strada e deve continuare, poiché secondo UniCredit il ritorno al target di inflazione del 2% è previsto solo nel corso del 2025.
Guardando a un orizzonte più breve, non si prevedono ripercussioni significative sui titoli di Stato dal rimborso dei prestiti Tltro, che per le banche italiane ammontano a 143 miliardi di euro alla fine di giugno. Elisa Coletti, Head of Banking Research di Intesa Sanpaolo, ha spiegato che le banche italiane possono contare sul ritorno dell’interesse delle famiglie italiane verso i titoli di debito governativi. Nel solo anno 2022, dopo dieci anni di disinvestimenti, le famiglie italiane hanno investito ben 54 miliardi di euro in Bot e Btp, oltre a 7,8 miliardi di euro in titoli bancari.
Massimo Mocio, presidente di Assiom Forex, ha sottolineato che le banche italiane mantengono un solido mix di finanziamenti e una liquidità ampia grazie a una gestione attenta del rischio tasso e alla presenza di un’importante componente di depositanti retail, che sono più stabili rispetto ai depositanti corporate presenti in altri sistemi economici e bancari. I depositi delle famiglie e delle imprese non finanziarie ammontavano a 1661 miliardi di euro a marzo, vicini al picco di raccolta
, con una leggera diminuzione del 3% rispetto alla fine dell’anno precedente.
Durante la conferenza, è stata dedicata una relazione di Lea Zicchino, Head of Financial Markets & Intermediaries Analysis presso Prometeia, all’importanza della liquidità degli strumenti finanziari ESG. Secondo Zicchino, contrariamente a una prima analisi, i bond ESG si rivelano maggiormente liquidi rispetto a quelli tradizionali, considerando gli stessi fattori. Inoltre, anche la liquidità dei bond convenzionali migliora per le imprese che annunciano l’emissione di green bond, ma solo in caso di emissioni multiple.
La conferenza ha affrontato anche l’importanza dell’integrazione dei rischi climatici e dell’evoluzione delle politiche e dei regolamenti in materia. Ivan Faiella, del nucleo cambiamenti climatici e sostenibilità di Banca d’Italia, ha illustrato la valutazione di tali rischi, mentre Pietro Gugliotta, Vice-Capo del Servizio di Supervisione Bancaria 2, ha presentato gli approcci di supervisione adottati su questi temi. Gugliotta ha sottolineato che la scarsa attenzione ai temi sociali ha spesso portato a pratiche commerciali scorrette, prodotti finanziari troppo complessi o speculativi e inadeguate misure di sicurezza dei dati e tutela della privacy. Questo ha causato obblighi di risarcimento, danni reputazionali con perdita di affari e impatti negativi sul bilancio economico.