L’orologio sta ticchettando verso la scadenza delle istanze di rottamazione tributaria quater, con il termine ultimo per la trasmissione online delle domande fissato per venerdì 30 giugno.
La proroga disposta dal Decreto Legge 51/2023 ha modificato la tempistica del processo di rottamazione. Una volta presentata l’istanza, l’Agenzia Entrate-Riscossione (Ader) comunicherà ai debitori entro la fine di settembre le somme dovute in base ai carichi indicati nella domanda. Le prime due rate, inoltre, dovranno essere pagate entro il 31 ottobre e il 30 novembre dell’anno corrente. È importante ricordare che il debitore ha la possibilità di scegliere fino a 18 rate, con altre 16 scadenze nei mesi di febbraio, maggio, luglio e novembre di ogni anno dal 2024 al 2027.
La definizione può essere applicata a tutti i carichi affidati fino al 30 giugno 2022. Pertanto, la data di notifica della cartella o l’esecutività del ruolo non sono rilevanti. Nel caso di ruolo, si dovrà fare riferimento alla data di consegna, mentre in caso di accertamento esecutivo, alla data di trasmissione della pretesa dall’Agenzia delle Entrate ad Ader. Queste informazioni possono essere ottenute tramite gli applicativi disponibili sul sito istituzionale di Ader, che consentono di compilare la dichiarazione in modo guidato, inserendo solo i carichi effettivamente rottamabili. Tuttavia, il contribuente ha il diritto di scegliere quali carichi definire e può indicare anche quelli non presenti negli archivi dell’agente della riscossione, qualora rientrino nella sanatoria.
È importante sottolineare che, se la domanda di definizione viene respinta per una parte dei debiti indicati, ciò non inficia la validità della stessa per la restante porzione. Tuttavia, alcuni debiti non possono essere rottamati, come le somme da sentenze di condanna della Corte dei conti, il recupero di aiuti di Stato illegittimi, le sanzioni comminate da un’autorità penale e le risorse proprie dell’Unione Europea e l’IVA all’importazione.
I vantaggi della rottamazione tributaria sono significativi: si paga solo il capitale, oltre alle spese di notifica della cartella e alle eventuali spese per le procedure esecutive. Vengono azzerati aggio, interessi e sanzioni. Nel caso in cui il debito riguardi sanzioni amministrative diverse da quelle tributarie e contributive, come ad esempio le multe stradali, sarà dovuto solo il capitale, ovvero l’importo originario della multa.
La decadenza dalla rottamazione avviene con il mancato pagamento di una sola rata dovuta, fatta eccezione per
un ritardo tollerato di cinque giorni. Pertanto, se sorgono dubbi sulla sostenibilità dell’intero debito rottamato, può essere utile suddividere i carichi affidati in più istanze. In questo modo, se si decade da uno dei piani di pagamento, le altre istanze rimangono valide.
In caso di decadenza dalla rottamazione, il contribuente ha sempre la possibilità di presentare una nuova istanza di dilazione, nel rispetto delle regole ordinarie contenute nell’articolo 19 del Dpr 602/1973.
Se sono in corso procedure esecutive, come ad esempio il pignoramento presso terzi, queste verranno sospese con la presentazione della domanda. Una volta pagata la prima rata, la procedura viene revocata, consentendo al debitore di riavere la piena disponibilità dei beni pignorati. Durante la sanatoria, il debitore non viene considerato moroso nei confronti dell’agente della riscossione. Di conseguenza, se il contribuente deve ricevere somme da pubbliche amministrazioni superiori a 5.000 euro, Ader non può effettuare alcun pignoramento in base alle segnalazioni dell’ente pubblico ai sensi dell’articolo 48 bis del Dpr 602/1973. Allo stesso modo, il contribuente può compensare crediti d’imposta nel modello F24, senza preoccuparsi dei debiti a ruolo scaduti. Tuttavia, i crediti d’imposta non possono essere utilizzati in compensazione per pagare le rate della rottamazione.