Il Libano, una volta considerato la perla del Mediterraneo, si trova attualmente in uno stato di profonda crisi economica e politica, con radici che affondano in decenni di instabilità e corruzione. L’hotel Saint George, un tempo simbolo di lusso e prestigio, oggi è un abbandonato ricordo di un passato glorioso. Il paese è stato scosso da una serie di eventi drammatici, tra cui guerre, occupazioni e violenza politica, culminata con il crollo delle banche nel 2019 e il default dello Stato nel 2020.
Un elemento chiave di questa catastrofe è stato il coinvolgimento della Banque du Liban, la banca centrale del paese, in un’enorme truffa finanziaria conosciuta come “Schema-Ponzi”. La banca ha venduto debiti ad altre banche con rendimenti apparentemente alti, ma alla fine ha dovuto affrontare un default, lasciando i depositi congelati e creando un grave problema finanziario. L’ex presidente della banca centrale, Riad Salameh, una volta lodato internazionalmente, è stato accusato di riciclaggio e appropriazione di capitali, ed è attualmente oggetto di mandati di cattura internazionali.
Le perdite stimate dal Fondo Monetario Internazionale ammontano a circa 70 miliardi di dollari, e insieme al default dello Stato nel 2020, la situazione economica del paese è precipitata in un abisso. Gli effetti devastanti della guerra in Siria, che ha portato a un massiccio flusso di profughi in Libano, hanno ulteriormente aggravato la situazione, con stime incerte sulla quantità esatta di persone in fuga nel paese. La presenza dell’organizzazione militare sciita Hezbollah, legata all’Iran, ha influenzato notevolmente la politica interna libanese e ha contribuito all’instabilità della regione.
Al centro di questa crisi c’è anche il “deep state”, una cupola di potere costituita da vecchi signori della guerra e dinastie politiche che mantengono il controllo attraverso un sistema clientelare ben strutturato. Le proteste popolari del 2019-2020, che hanno chiesto un cambiamento radicale nel sistema politico, sono state ignorate e il potere si è mantenuto saldo.
Nonostante il quadro deprimente, ci sono ancora alcuni punti di luce per l’economia libanese. Le rimesse dei migranti, inviate dalle comunità libanesi sparse in tutto il mondo, rappresentano un importante supporto finanziario per il paese. Inoltre, il turismo degli expat può portare un’ulteriore iniezione di denaro, anche se il settore ha subito un duro colpo durante la pandemia di COVID-19.
Il Libano rimane un asset geopolitico strategico per l’Italia, che partecipa attivamente alla missione Unifil-2, una forza di mantenimento della pace nel paese. Tuttavia, la situazione politica e sociale in Libano rimane estremamente complessa e instabile, e il futuro rimane incerto.
Mentre alcuni segnali di cambiamento si stanno manifestando nella regione, come il riavvio delle relazioni diplomatiche tra Arabia Saudita e Iran, resta ancora molto da fare per stabilizzare il paese e avviare un percorso verso una ripresa economica e politica sostenibile. La comunità internazionale, inclusa la Francia, ha un ruolo chiave nel cercare di trovare una soluzione e aiutare il Libano a superare questa crisi senza fine.