In Italia, un’ampia area corrispondente ai territori di Lombardia, Veneto e Piemonte messi insieme, si trova totalmente priva di sportelli bancari, con numerose banche che stanno chiudendo o hanno già chiuso le proprie filiali. Più di 3.000 Comuni nel paese si trovano senza uffici per l’assistenza e l’accoglienza dei clienti.
L’Osservatorio sulla desertificazione bancaria, promosso e gestito da First Cisl e dagli studi del Comitato scientifico della Fondazione Fiba, offre dati aggiornati sull’evoluzione delle chiusure di filiali e sportelli bancari in tutta Italia. Nel corso del primo semestre del 2023, sono stati chiusi quasi 600 sportelli bancari, spinti dalla tecnologia e dalla necessità di ridurre i costi. Nel contempo, il numero di comuni privi di presenza bancaria è cresciuto a oltre 3.200, il 41% del totale.
Questa tendenza non sembra destinata a invertirsi, poiché il numero di filiali e sportelli bancari chiusi o in procinto di chiudere continua a crescere, non limitandosi alle aree interne, montane o ai piccoli centri. Anche le grandi città stanno subendo un aumento delle chiusure più rapidamente rispetto ai centri minori.
Ciò che è preoccupante è che molti di questi comuni privi di sportelli bancari sono situati nelle zone in cui l’aggiornamento tecnologico e digitale tra la popolazione non è ancora ampiamente diffuso, soprattutto tra gli anziani. Attualmente, 4,3 milioni di persone e 249.000 imprese non hanno accesso ai servizi bancari nel loro comune di residenza.
Il report elaborato dalla Fondazione Fiba rivela che la desertificazione bancaria sta progredendo più velocemente nelle Marche (-5%), Lombardia (-3,9%), Sicilia (-3,6%), Lazio (-2,9%), Umbria e Veneto (-2,6%), rispetto ai dati relativi alla fine del 2022.
Analizzando i dati, emerge che sono solo sette le province in Italia in cui nessun comune è rimasto senza sportelli bancari. Queste province sono Barletta-Andria-Trani e Brindisi in Puglia, Grosseto e Pisa in Toscana, Ravenna e Reggio Emilia in Emilia Romagna, e Ragusa in Sicilia. Al contrario, le province di Calabria e Molise si trovano all’ultimo posto nella graduatoria.
Le banche hanno chiuso e chiudono le filiali per aumentare la redditività e reindirizzare gli investimenti, poiché sempre più clienti preferiscono il banking online. Questo passaggio ai servizi bancari digitali ha portato a una riduzione dell’uso di sportelli automatici tradizionali e bancomat, amplificato dall’accelerazione dei pagamenti digitali durante e dopo la pandemia.
La chiusura delle filiali bancarie può avere un impatto limitato su coloro che si sono adattati al banking online e hanno accesso a servizi fisici quando necessario. Tuttavia, ci sono preoccupazioni riguardanti gli anziani, i disabili e le persone che dipendono dall’infrastruttura fisica, poiché la perdita di sportelli bancari potrebbe limitare l’accesso ai servizi finanziari.
L’andamento attuale indica che il numero di filiali bancarie è destinato a diminuire ulteriormente, e alcuni esperti prevedono che potrebbero scomparire del tutto nei prossimi dieci anni, se le attuali tendenze verso i pagamenti elettronici e l’home banking continuano a crescere. Questa evoluzione sta cambiando radicalmente il panorama imprenditoriale e finanziario, accelerando la digitalizzazione e spingendo molti verso l’uso di servizi bancari online.