L’economia italiana sta affrontando una fase di rallentamento, con segnali di debolezza nel secondo trimestre dell’anno. Il Centro Studi di Confindustria ha recentemente pubblicato un’analisi Congiuntura Flash, evidenziando una crescita del PIL estremamente modesta, quasi ferma, a causa di una contrazione nell’industria e nelle costruzioni, contrastata solo da una crescita moderata nei servizi. Le prospettive per il terzo trimestre rimangono caute, senza un miglioramento significativo in vista.
Un fattore cruciale che incide su questa situazione è l’andamento dei tassi di interesse. Nel contesto globale, la Federal Reserve (Fed) ha recentemente aumentato il tasso di interesse negli Stati Uniti al 5,50%, lasciando intendere la possibilità di ulteriori incrementi. Parallelamente, la Banca Centrale Europea (BCE) ha seguito le orme della Fed, portando il tasso al 4,25%. Questo serraggio monetario ha reso il credito più costoso e difficile da ottenere per le imprese italiane. L’effetto cumulativo dell’aumento dei costi del credito e della ridotta disponibilità sta mettendo sotto pressione le imprese, che devono affrontare una crescita del costo del credito del 4,81% a maggio e una diminuzione del flusso di credito bancario del 2,9% su base annua.
Queste condizioni restrittive per l’accesso al credito stanno avendo un impatto diretto sugli investimenti delle imprese. La produzione di beni strumentali è diminuita del 2,6% nei primi cinque mesi del 2023, riflettendo una situazione in cui le imprese sono più riluttanti a investire. Nel secondo trimestre, le condizioni per gli investimenti si sono ulteriormente deteriorate, con un saldo negativo del -20,4 rispetto al -18,1 del trimestre precedente. Nonostante alcune migliorie nelle aspettative delle imprese sulla spesa per investimenti nei prossimi mesi, rimane evidente che l’onere di costi maggiori e l’incertezza legata al credito stanno scoraggiando ulteriori investimenti.
L’industria, che ha un ruolo cruciale nell’economia italiana, sta mostrando segnali di rallentamento. La produzione industriale è cresciuta solo del 1,6% a maggio, mentre dall’inizio dell’anno è diminuita del 1,9%. Anche il settore delle costruzioni ha segnato una contrazione, con una diminuzione del 0,7% a maggio e del 4,3% dall’inizio dell’anno. Ciò rappresenta un cambiamento rispetto al passato, quando il settore delle costruzioni ha spesso agito da traino per l’industria.
Tuttavia, non tutto è negativo. Il settore dei servizi è stato in parte sostenuto dal turismo, con una spesa degli stranieri in Italia in aumento del 13,2%. Questo ha contribuito a mitigare le sfide affrontate dall’industria e dalle costruzioni.
Inoltre, un focus sulla Germania, un partner commerciale chiave per l’Italia, rivela una situazione economica complessa. La Germania sta vivendo la sua seconda recessione in tre anni, con un impatto diretto sulla produzione italiana. Gli investimenti verdi stanno sostenendo l’industria tedesca, ma le incertezze persistono.
Nel contesto globale, gli Stati Uniti mostrano una crescita solida, trainata dai consumi e dagli investimenti, mentre la Cina affronta il rischio di deflazione, con la dinamica dei prezzi che si avvicina allo zero.
In conclusione, l’economia italiana sta attraversando un periodo di sfide, con tassi di interesse elevati e incertezza globale che influenzano la crescita e gli investimenti. La situazione richiede un attento monitoraggio e possibili interventi per stimolare la ripresa economica.