Il governo italiano ha deciso di posticipare la seconda rata dell’acconto Irpef 2023 per gli autonomi, compresi avvocati e commercialisti, che hanno avuto ricavi o compensi fino a 170.000 euro nel 2022. La nuova scadenza per questa rata è stata spostata dal 30 novembre al 16 gennaio, e viene data la possibilità di pagare la somma in cinque rate mensili, con un interesse del 4%.
Secondo i dati della Cassa forense, che risalgono alle dichiarazioni del 2021, ci sono più di 208.000 avvocati con un volume d’affari IVA inferiore a 170.000 euro, che rappresentano il 94% dei legali che hanno inviato dati reddituali alla Cassa. Anche tra i commercialisti, il 91% di coloro che hanno dichiarato i loro redditi rientrano in questa categoria.
Inoltre, dati del Ministero delle Finanze indicano che il 90% dei professionisti censiti nelle statistiche fiscali, ovvero 467.000 su 520.458 che hanno presentato la dichiarazione IVA in regime ordinario, ha un volume d’affari entro la soglia di 170.000 euro. Se si includono anche i professionisti nel regime forfettario, che devono avere ricavi o compensi entro gli 85.000 euro, si stima che almeno 700.000 professionisti su oltre 2 milioni di forfettari possano beneficiare del rinvio.
Questo spostamento è concesso solo per la seconda rata dell’acconto Irpef dovuto dalle persone fisiche titolari di partita IVA e copre tutte le imposte incluse nella dichiarazione dei redditi, come l’IRPEF, le addizionali, l’Ivie, l’Ivafe, la cedolare secca e le imposte sostitutive di minimi e forfettari. Tuttavia, i contributi previdenziali e l’Inail, oltre alle altre imposte al di fuori del modello Redditi, come l’IVA e il bollo, non rientrano in questo rinvio.
Questo rinvio consente ai contribuenti di pagare con un mese e mezzo di ritardo una somma che varierà a seconda del caso specifico, con la possibilità di dilazionare il pagamento in cinque rate con un tasso d’interesse annuo del 4% a partire da febbraio.
Questo approccio di rateazione risulta essere più conveniente rispetto all’utilizzo del ravvedimento operoso, che prevede sanzioni ridotte e interessi legali per chi paga in ritardo. La nuova opportunità di rateazione offre un tasso d’interesse più basso rispetto alle sanzioni, evitando del tutto le sanzioni fiscali previste dal ravvedimento operoso.
La scelta tra il rinvio con rateazione e il ravvedimento operoso può variare a seconda della situazione finanziaria del contribuente e delle specifiche circostanze.