La privatizzazione di Monte dei Paschi di Siena (MPS) potrebbe avvenire entro il 2024? Il Ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, risponde affermativamente, confermando l’impegno del governo italiano a rispettare la road map concordata con Bruxelles, che prevede l’uscita del Tesoro dal capitale di MPS entro metà 2024. Questa dichiarazione sembra escludere la possibilità di richiedere una proroga all’Unione Europea, un’opzione che era stata discussa a causa delle sfide in corso che il Ministero dell’Economia (Mef) sta affrontando riguardo a MPS. Tuttavia, nonostante questa affermazione, ci sono ancora molte incertezze da superare. Al momento, i potenziali acquirenti, tra cui BancoBpm, UniCredit e Bper, sembrano restare in attesa o prudentemente lontani dal dossier.
UniCredit, dopo un accordo sfumato nel 2021, sembra aver chiuso formalmente la porta a possibili operazioni in Italia, optando per acquisizioni più limitate. BancoBpm è un possibile candidato, ma deve fare i conti con l’opposizione dell’azionariato verso un accordo che richiederebbe un notevole sforzo. Bper, d’altro canto, sembra orientata a costruire una partnership con Popolare Sondrio, anche se l’interesse per MPS non è mai stato un segreto.
In questo contesto complesso, il governo italiano sta esplorando tutte le opzioni possibili. Di recente, è stata presa la decisione di affidarsi a consulenti finanziari e legali per determinare la migliore strategia di dismissione della partecipazione di controllo. La ricerca di consulenti è attualmente in corso, e i nomi potrebbero emergere alla fine del mese o all’inizio di novembre. Al momento, tutte le opzioni sono aperte, e il Tesoro desidera mantenere la flessibilità nella vendita della quota di MPS, che potrebbe avvenire in diverse fasi, coinvolgendo investitori istituzionali italiani e internazionali, fondi e anche operazioni di integrazione con altre banche.
Il Tesoro cercherà di massimizzare il valore della partecipazione, tenendo conto dei buoni risultati raggiunti da MPS, tra cui una maggiore redditività e una solidità patrimoniale crescente. La banca sta sfruttando i tassi di interesse elevati per aumentare la sua capacità di generare profitti, e sembra che la raccolta diretta continui a fornire risultati positivi. Questi fattori dovrebbero essere punti di forza nelle trattative con i potenziali acquirenti.
MPS gode anche di una base di clientela retail fedele e di una solida base di depositi, che sembra resistere bene alle sfide che la banca ha affrontato nel corso degli anni. La raccolta diretta della banca si attesta a 84 miliardi di euro a giugno, dimostrando la stabilità della clientela nonostante le difficoltà passate. Questo è un punto che potrebbe essere sfruttato nel processo di vendita, soprattutto in un contesto di tassi di interesse in crescita. I nuovi consulenti di MPS dovrebbero concentrarsi su come valorizzare al meglio questi punti di forza.