Il recente annuncio della BCE riguardo al mantenimento di tassi di interesse elevati ha scatenato un’allerta finanziaria per molte famiglie italiane. Secondo il Sole 24 Ore, circa 500mila famiglie potrebbero trovarsi in difficoltà a causa di mutui a tasso variabile che sono sfuggiti al controllo a causa dell’incremento dei tassi.
L’analisi condotta con l’assistenza dell’Osservatorio SalvaLaTuaCasa di Nomisma e Save Your Home ha rivelato che i contratti di mutuo a rischio ammontano a quasi 500mila, con un valore complessivo di credito che si avvicina ai 60 miliardi di euro. La soglia critica è stata fissata al superamento del 50% come rapporto tra l’importo della rata e il reddito disponibile della famiglia. Tale situazione risulta particolarmente problematica per coloro che devono ancora onorare oltre la metà della durata originaria del contratto.
I forti aumenti dei tassi decisi dalla BCE, che hanno portato l’indice Euribor a salire dal -0,5% al 4% tra luglio 2022 e settembre dell’anno corrente, hanno generato un vero e proprio tsunami finanziario. I piani di ammortamento dei mutuatari, soprattutto di coloro con contratti di lunga durata, sono stati sconvolti. Di conseguenza, le rate mensili medie sono passate da 400-500 euro all’inizio del 2022 a cifre che superano spesso i 900 euro.
Questo impatto si riflette negativamente soprattutto sulle fasce basse e medie di reddito, con alcuni pagamenti che superano il 60% del reddito netto mensile. In pratica, molte famiglie si trovano con un margine mensile limitato per coprire altre spese essenziali, poiché più della metà del reddito viene assorbito dalle rate dei mutui.
Dal 2012 al 2022, in Italia sono stati erogati mutui per 413 miliardi di euro, di cui circa un terzo (160 miliardi) a tasso variabile. Tuttavia, non tutti i debitori sono a rischio, e l’analisi esclude mutui variabili stipulati nel 2023 e quelli con durata inferiore a 10 anni.
La fascia di reddito fino a 1.500 euro al mese è particolarmente esposta, rappresentando il 23% del totale delle famiglie a rischio. La fascia successiva, con redditi tra 1.500 e 2.000 euro, comprende un altro 35%, portando il totale dei mutui a rischio vicino ai 60 miliardi di euro.
Il problema critico è che si tratta di situazioni “croniche”, con prospettive di miglioramento minime anche in caso di surroga, data l’attuale differenza di tassi tra le banche. Anche un ipotetico taglio dei tassi della BCE nei prossimi due anni non sembrerebbe sufficiente a risollevare le famiglie da questa difficile situazione finanziaria.
La prospettiva di tassi elevati nel lungo periodo potrebbe portare a una serie di contratti saltati nei prossimi mesi, con il rischio concreto di procedimenti di esecuzione immobiliare dopo sei rate non pagate. Si prevede un aumento del 10% delle aste immobiliari nel 2024 rispetto all’anno corrente, con un numero di operazioni compreso tra 160 e 180mila.