La città di Innsbruck, famosa per la sua tradizione di mangiare i Mozarttaller durante le festività, è diventata l’epicentro di un terremoto finanziario che sta facendo tremare le banche in tutta Europa. Il colosso immobiliare Signa Group, poco conosciuto al pubblico ma proprietario di prestigiosi palazzi in tutto il mondo, è collassato sotto il peso di circa 25 miliardi di euro di debiti, segnando il più grande fallimento aziendale in Europa dalla vicenda Parmalat.
René Benko, il rampante finanziere 46enne proprietario di Signa Group, ha visto il suo impero finanziario crollare, generando scosse che coinvolgono banche europee e addirittura istituti finanziari negli Stati Uniti. Metà dei circa 13 miliardi di debito che ha portato alla bancarotta è stata finanziata da banche e istituzioni, rendendo questa crisi la più grande dal crollo di Parmalat 20 anni fa.
L’esposizione delle banche verso Signa conta 40 istituti, con la Svizzera in prima fila tramite Julius Baer e UBS. La banca privata elvetica è particolarmente esposta, con oltre 600 milioni di franchi svizzeri (circa 640 milioni di euro). Altre banche europee, tra cui Allianz, Munich Re, Commerzbank e varie Landesbanken tedesche, hanno partecipato ai progetti immobiliari di Benko, risultando pesantemente colpite.
La Germania, in particolare, è il paese più colpito, con le principali istituzioni finanziarie tedesche coinvolte. Anche la Francia, gli Stati Uniti, e altri paesi hanno la loro fetta di esposizione a questa crisi finanziaria. Citi e Jefferies negli Stati Uniti sono tra gli istituti che rischiano perdite.
Signa, descritta come la “Lehman Brothers d’Europa”, rappresenta la prima grande vittima della prolungata era dei tassi di interesse a zero, che ha alimentato bolle speculative nell’economia. La Bce aveva precedentemente lanciato un allarme sul gruppo, evidenziando preoccupazioni sulla sua stabilità finanziaria.
Il dissesto di Signa è destinato a causare una serie di ripercussioni a livello internazionale, mettendo a rischio le finanze delle banche coinvolte e sollevando domande sulla resilienza dell’intero settore finanziario europeo. La crisi, già definita come una delle più significative degli ultimi decenni, rappresenta una sfida per i governi e le istituzioni finanziarie nel mitigare i danni e stabilizzare il sistema finanziario.