In mezzo al dibattito sulla pace fiscale invocata dal vicepremier Matteo Salvini, è importante ricordare i progressi già compiuti riguardo alla riduzione dei debiti con la riscossione fiscale. Grazie a una serie di provvedimenti, tra cui il decreto fiscale del Governo Conte 1 con la maggioranza M5S-Lega nel 2018, il decreto Sostegni del Governo Draghi a maggioranza “ampia” e la manovra 2023 del Governo Meloni, sono stati stralciati debiti per un totale di oltre 81 miliardi di euro. Quasi cento milioni di cartelle esattoriali o provvedimenti sono stati automaticamente cancellati.
Il conteggio di questa cifra potrebbe ancora subire qualche aggiornamento, poiché ai 63,4 miliardi derivanti dalle due cancellazioni (con importi e requisiti differenti) del 2018 e del 2021, dovrebbero essere aggiunti almeno altri 18 miliardi. Questa stima riguarda esclusivamente i debiti dei contribuenti verso le agenzie fiscali ed enti previdenziali pubblici. Per quanto riguarda gli altri creditori, sono state previste modalità specifiche per la non adesione e l’applicazione integrale dello stralcio, con una scadenza per la decisione fissata al 31 marzo 2023.
È importante sottolineare che Governi di diverso orientamento politico, ma con la partecipazione della Lega, hanno riconosciuto la necessità di concedere condoni per vecchi debiti in mano alla riscossione. Si è partiti con i carichi fino a mille euro affidati tra il 2000 e il 2010, per poi passare ai carichi fino a 5mila euro sempre dal 2000 al 2010, ma questa volta solo per contribuenti con un reddito fino a 30mila euro. L’ultimo passo, fino ad ora, ha riguardato nuovamente i carichi fino a mille euro, estendendo il periodo temporale dal 2000 al 2015. Tuttavia, è stato necessario intervenire anche su queste cancellazioni integrali, poiché la gioia di non avere debiti da pagare si è accompagnata alla cancellazione di contributi e montanti. Pertanto, il decreto Lavoro è intervenuto per consentire agli iscritti alla gestione autonomi Inps di ricostruire la propria posizione contributiva versando gli importi che erano stati stralciati.
Mentre l’importo di 81 miliardi può sembrare enorme, è importante contestualizzarlo. Il magazzino, ossia l’arretrato da recuperare, dell’Agenzia delle Entrate Riscossione (Ader) ammonta a 1.153 miliardi, come riportato nell’audizione in commissione Finanze al Senato. Tuttavia, se consideriamo solo gli importi relativi a soggetti falliti, nullatententi, deceduti o già sottoposti (senza successo) a fermi o pignoramenti, la parte concretamente recuperabile si riduce a circa 114 miliardi, rappresentando poco meno del 10% dell’ammontare totale. Inoltre, quasi la metà dei contribuenti (47,6%) aveva pendenze fino a mille euro.
Questi provvedimenti di stralcio dei debiti hanno contribuito a dare un sollievo a molti contribuenti in difficoltà economica, ma è essenziale continuare a trovare soluzioni e misure atte a sostenere le famiglie e l’economia del paese.