La Commissione europea ha aperto la strada a una disciplina meno rigida per affrontare le crisi bancarie, consentendo maggiore spazio all’utilizzo preventivo o alternativo dei fondi di garanzia dei depositi. Questa decisione rappresenta un importante cambiamento per il settore bancario, segnando una svolta rispetto alla precedente politica restrittiva.
La novità è stata annunciata attraverso una lettera inviata dalla commissaria ai mercati finanziari, Mairead McGuinness, in risposta a una precedente comunicazione inviata dall’Associazione Bancaria Italiana (Abi). La lettera dell’Abi aveva evidenziato i limiti della nuova direttiva sulle crisi bancarie, in particolare riguardo al principio di estendere la risoluzione (condivisione del peso) anche alle banche di minori dimensioni.
Mentre la commissaria difende il senso della nuova direttiva, riconosce l’importanza di alcune proposte dell’Abi che potrebbero portare a una correzione della normativa europea. In particolare, viene riconosciuto un maggiore ruolo all’utilizzo dei fondi di garanzia dei depositi, che in passato erano stati oggetto di contestazione come aiuto di Stato. Tuttavia, la commissaria intende chiarire ulteriormente i casi in cui questi fondi possono essere utilizzati e mira a garantire condizioni di parità a livello dell’Unione Europea per l’utilizzo di tali risorse.
La Commissione si sta occupando anche di valutare la disciplina sugli aiuti di Stato per le banche, con un risultato previsto per il primo trimestre del 2024. Questo esito sarà utile per una possibile revisione della normativa sugli aiuti di Stato, garantendo al contempo la coerenza tra le discipline sulla gestione delle crisi bancarie e sulle garanzie dei depositi.
Il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, e il direttore generale, Giovanni Sabatini, hanno accolto con favore le indicazioni della commissaria, apprezzando in particolare il fatto che la risoluzione non sia più presentata come la procedura principale per gestire situazioni di crisi. Ciò apre la strada a interventi “preventivi” che potrebbero essere meno onerosi rispetto alle procedure di risoluzione e liquidazione, se tempestivamente attuati prima che le perdite raggiungano un punto critico.
Questa apertura della Commissione rappresenta un passo importante verso una gestione più flessibile e mirata delle crisi bancarie nell’Unione Europea, riducendo al contempo l’onere per gli istituti di credito in difficoltà.