L’inefficienza nella riscossione delle tasse e delle multe è diventata una sfida di rilievo per le finanze italiane. La possibilità di semplificare le procedure e aumentare l’efficienza è stata proposta come strumento per migliorare i sistemi di riscossione nazionali e locali. Tuttavia, il problema si concentra principalmente su una montagna di crediti in sospeso che ammontano a oltre 1.153 miliardi di euro, accumulati a partire dal 2000.
I debitori includono individui senza reddito, soggetti falliti, deceduti, aziende cessate e contribuenti già sottoposti ad azioni cautelari ed esecutive. Questi debitori rappresentano quasi 23 milioni di contribuenti con circa 290 milioni di crediti singoli e 172 milioni di cartelle. Circa la metà di questi debitori ha debiti fino a mille euro, ma il 70% del carico affidato all’Agenzia delle Entrate-Riscossione (Ader) riguarda debiti considerevoli superiori a 500.000 euro.
Tra il 2000 e il 2022, l’amministrazione finanziaria, gli enti locali e quelli previdenziali hanno affidato il recupero di 1.263,7 miliardi di euro, ma solo il 13,5% di questi crediti è stato effettivamente riscosso, con un totale di 170 miliardi. Questa cifra indica che solo 13,5 euro su ogni 100 euro dovuti vengono effettivamente riscossi. Le percentuali di riscossione variano in base all’origine e alla natura dei crediti e alle posizioni patrimoniali dei debitori.
La recente legge delega 111/2023 propone due strategie principali per affrontare questa situazione. In primo luogo, c’è la necessità di individuare i crediti che non possono più essere recuperati e di evitare che si accumulino ulteriori debiti. Questo richiede una pianificazione annuale concordata con il Ministero dell’Economia per definire le procedure di recupero. Inoltre, si prevede una pianificazione basata sull’entità del credito da riscuotere e sulle caratteristiche del debitore.
La legge prevede anche l’automatizzazione della cancellazione delle quote non riscosse entro il 31 dicembre del quinto anno successivo all’affidamento. Ci sono eccezioni per le quote coinvolte in procedure esecutive o concorsuali, accordi di ristrutturazione, transazioni fiscali o previdenziali e dilazioni di pagamento.
Un’altra strategia chiave è accelerare la riscossione attraverso una notifica tempestiva delle cartelle di pagamento entro il nono mese successivo all’affidamento del debito. Si sta anche cercando di superare gradualmente il concetto tradizionale di ruolo e cartella di pagamento, con l’obiettivo di anticipare l’incasso delle somme dovute dai debitori. Questo dovrebbe ridurre i tempi per le azioni cautelari ed esecutive e semplificare l’accertamento esecutivo.
In conclusione, l’Italia sta cercando di affrontare l’arretrato di crediti non riscossi attraverso una serie di strategie, inclusa l’automatizzazione della cancellazione di crediti non recuperabili e l’accelerazione della riscossione mediante procedure più efficienti e tempestive. Questi sforzi sono mirati a migliorare l’efficienza e la sostenibilità dei sistemi di riscossione delle tasse e delle multe nel paese.