Nonostante un contesto economico nazionale segnato da sfide complesse, le imprese del Sud Italia dimostrano una crescente vivacità, con una maggiore inclinazione agli investimenti, soprattutto nell’innovazione e nella digitalizzazione. Questa tendenza emerge dall’ultimo rapporto dell’Osservatorio Ripresa e Resilienza nel Mezzogiorno, condotto dal centro studi Srm in collaborazione con Intesa Sanpaolo.
L’indagine, che si concentra sulle società con più di dieci dipendenti, offre una panoramica della situazione economica delle imprese meridionali e del resto del paese, con particolare attenzione agli investimenti in innovazione e tecnologia.
Uno dei dati più significativi è che nel 2023, nonostante una leggera diminuzione rispetto all’anno precedente, il Sud mantiene una quota superiore di imprese che hanno effettuato investimenti rispetto alla media nazionale. Il 43% delle imprese meridionali ha realizzato investimenti, in confronto al 40% di imprese su tutto il territorio italiano.
Inoltre, le imprese del Sud si distinguono per gli investimenti in innovazione e tecnologie. Il 44,6% delle risorse di investimento delle imprese meridionali è destinato a innovazione e nuove tecnologie, in contrasto con la media nazionale del 41,8%, che ha subito una diminuzione del 4,5% rispetto all’anno precedente.
Nell’ambito degli investimenti innovativi, il digitale gioca un ruolo fondamentale. Le imprese in tutte le regioni, sia nel Sud che nel resto del paese, dedicano una quota maggiore delle risorse all’innovazione digitale. Nel Sud, il 38,8% degli investimenti è destinato al digitale, mentre la media nazionale è del 37,2%.
Le previsioni per i prossimi tre anni suggeriscono una crescente vivacità economica nel Mezzogiorno. Per quanto riguarda gli investimenti digitali, si prevede una crescita media del 10,6% per le imprese meridionali, rispetto all’8% a livello nazionale. Gli investimenti nell’innovazione sostenibile dovrebbero crescere del 10,1% nel Sud, contro il 7,4% in Italia.
Un altro aspetto importante riguarda gli investimenti in formazione e ricerca, che dovrebbero crescere del 9,2% nel Mezzogiorno e del 7% in tutto il paese nei prossimi tre anni.
L’Osservatorio dedica una sezione speciale al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) per misurare l’effettiva partecipazione delle imprese. Nel Mezzogiorno, la quota di imprese coinvolte in progetti del Pnrr è aumentata del 3% rispetto all’anno precedente, mentre il resto d’Italia ha visto una diminuzione.
Le Zone Economiche Speciali (Zes) suscitano grande interesse tra le imprese meridionali, con il 50% di esse dichiarando di essere ben informate su questo tema, in contrasto con il 37% a livello nazionale. Inoltre, nel Mezzogiorno, una percentuale maggiore di imprese partecipa o prevede di partecipare a progetti all’interno delle Zes, rispetto alla media nazionale.
Il rapporto esamina anche le forniture energetiche, la produzione autonoma di energia, l’export e il grado di internazionalizzazione delle imprese meridionali. Nel complesso, le imprese del Sud mostrano una crescente vitalità economica, con una maggiore propensione agli investimenti e una forte attenzione all’innovazione e alla digitalizzazione, elementi che potrebbero contribuire a rafforzare la competitività e la ripresa economica nella regione.