Il Centro Studi di Confindustria evidenzia una crescita economica stagnante in Italia, con il PIL che si è mantenuto invariato nel terzo trimestre e l’attività nei servizi in leggero calo sia nell’industria che nei servizi. L’inflazione, pur scendendo al 1,7% ad ottobre, è ostacolata dai tassi di interesse elevati, che impediscono il flusso di credito e frenano consumi e investimenti.
La situazione creditizia risulta problematica per le imprese, con un aumento del costo al 5,35% a settembre e una contrazione dei prestiti del -6,7% su base annua. La domanda continua a diminuire a causa dei tassi elevati e dei criteri di offerta più rigidi, lasciando molte imprese senza accesso al credito. Nonostante ciò, i prestiti in sofferenza rimangono stabili a 19,3 miliardi.
Gli investimenti subiscono un ulteriore peggioramento nel terzo trimestre, secondo Bankitalia, con una significativa frenata della spesa in beni di capitale. La domanda debole è uno degli ostacoli principali per le imprese, e a ottobre si registra un ulteriore calo della fiducia delle imprese nel settore dei beni strumentali.
L’incertezza globale cresce a causa delle guerre in corso, anche se il costo dell’energia, sebbene più elevato rispetto al periodo pre-crisi, non ha subito aumenti significativi fino a novembre. L’inflazione scende grazie a un effetto “base” favorevole sui prezzi energetici, ma i prezzi core di beni e servizi continuano a crescere lentamente, con un +3,7%, e i prezzi alimentari al +6,3%.
La produzione industriale mostra una variazione positiva nel terzo trimestre, ma dopo quattro mesi negativi da inizio anno. A ottobre, l’indice PMI dei responsabili degli acquisti si riduce, passando da 46,8 a 44,9. Anche la fiducia delle imprese continua a declinare.
Il settore dei servizi è in flessione, con un’espansione del turismo attenuata in agosto e una flessione moderata segnalata da RTT Index a settembre. A ottobre, l’indice PMI per i servizi mostra un calo significativo.
L’export mostra miglioramenti nel terzo trimestre (+0,8% a prezzi costanti), superando le prestazioni del commercio mondiale. Tuttavia, le prospettive per il quarto trimestre sono negative, e le prospettive globali sul commercio mondiale risultano deboli.
L’Eurozona mostra aspettative negative per il quarto trimestre, con un significativo peggioramento dell’indice PMI. La Cina risponde alla frenata con un stanziamento di 137 miliardi di dollari, mentre il rallentamento della domanda globale colpisce la manifattura indiana e mantiene in recessione quella brasiliana.
Il Centro Studi di Confindustria dedica un focus all’economia degli Stati Uniti, evidenziando una crescita del PIL nel terzo trimestre 2023 oltre le attese. Tuttavia, il rischio persiste, poiché la Federal Reserve potrebbe alzare i tassi per ridurre un’infrazione ancora superiore al 3%, e la BCE potrebbe seguire questa tendenza, portando ulteriori sfide per l’economia italiana ed europea già indebolite.